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In Piemonte tra i 70 e i 90 mila ettolitri di vino in esubero: se non venduti rischiano di andare persi

In Piemonte giacciono invenduti tra 70 e 90 mila ettolitri di vino, soprattutto Barbera e Dolcetto. La Regione esclude la distillazione d’emergenza e punta su una programmazione triennale per affrontare la crisi in modo strutturale e strategico.
A cura di Davide Falcioni
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Tra i 70 e i 90 mila ettolitri di vino rosso piemontese rischiano di restare invenduti nelle cantine, proprio mentre si avvicina a grandi passi la prossima vendemmia. Una cifra allarmante, emersa ieri durante l’incontro che si è tenuto a Torino tra Regione Piemonte, Consorzi di tutela e organizzazioni di categoria del settore vitivinicolo. Un vertice convocato per affrontare i segnali sempre più concreti di crisi nel comparto, in particolare per alcune denominazioni storiche come Barbera, Dolcetto, Cortese, Moscato e Brachetto.

Secondo le rilevazioni fornite da alcuni Consorzi, la situazione è particolarmente delicata per il vino rosso. Solo la Barbera d’Asti registra circa 40 mila ettolitri di prodotto invenduto, mentre il Consorzio dell’Asti segnala un calo degli imbottigliamenti del 12% su base mensile rispetto allo scorso anno. Anche alcune categorie di bianco e spumante non sono immuni dal rallentamento della domanda. "Ci son delle contingenze di mercato che mettono sotto attenzione il sistema vitivinicolo regionale, che è il traino dell'agricoltura piemontese – ha ammesso l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni -. Ma abbiamo anche varie produzioni di eccellenza che non stanno vivendo particolari problematiche. Occorre agire con cautela, cercando di interpretare il mercato e adottare le misure necessarie per continuare a essere competitivi". Tra queste, esclusa la distillazione straordinaria d'emergenza. Sì, invece, "a una programmazione triennale in grado di affrontare i problemi in modo sistemico e ragionato", come riporta La Stampa.

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La distillazione straordinaria, invocata da alcune associazioni di categoria, secondo l’assessore non sarebbe risolutiva in tempi utili per l’annata 2025, oltre a rappresentare un’azione emergenziale già rivelatasi poco efficace e potenzialmente dannosa per l’immagine del vino piemontese. Tra le ipotesi alternative sul tavolo, si valuta la possibilità di aumentare la quota di vino piemontese obbligatoria nelle ricette del Vermouth di Torino, oggi liberalizzata a livello nazionale, e l’eliminazione dei "superi", ovvero gli eccessi di produzione ammessi nelle denominazioni.

Tra le soluzioni più strutturate si torna a parlare di vendemmia verde e blocco dei nuovi impianti, come ha confermato Claudio Conterno, presidente di Cia Cuneo: "Servono decisioni tattiche, ma anche strategiche di lunga portata. In quest'ottica, potremmo valutare eventuali blocchi temporanei degli impianti di nuovi vigneti, salvaguardando però i progetti di sviluppo delle aziende condotte da giovani agricoltori, al fine di evitare un ulteriore aggravamento della situazione".

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