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In Emilia-Romagna gratis per tutte le donne il test sul dna del feto

Dopo un periodo di prova nella sola Bologna il NIPT, test prenatale di screening non invasivo, sarà disponibile in tutta la regione gratuitamente. il test è utile per ridurre il ricorso a villocentesi e amniocentesi, che com’è risaputo sono più invasive e possono causare, seppure in bassa percentuale, aborti.
A cura di Davide Falcioni
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L'Emilia Romagna è la prima regione italiana ad aver reso gratuito il test prenatale di screening non invasivo, chiamato anche  NIPT ed utile per ridurre il ricorso a villocentesi e amniocentesi, che com’è risaputo sono più invasive e possono causare, seppure in bassa percentuale, aborti.

Come spiega il portale della Regione Emilia Romagna il NIPT (Non Invasive Prenatal Test) "consente di prevedere con un alto grado di attendibilità alcune alterazioni dei cromosomi, e cioè le trisomie 21 (sindrome di Down), 18 (sindrome di Edwards) e 13 (sindrome di Patau), già dalla decima settimana di gestazione. Un test con una sensibilità e una specificità che arrivano all’incirca al 100% nell’individuazione del rischio di sindrome di Down e di trisomia 13, e poco inferiori nella trisomia 18″.

Dall'inizio del 2020 è stata avviata una fase pilota che durerà fino a settembre e riguarderà l’area metropolitana di Bologna: in questo periodo il test sarà proposto gratuitamente alle donne (residenti a Bologna) che prenotano test di diagnostica prenatale – il cosiddetto ‘test combinato’ – nelle strutture del Servizio sanitario regionale (ogni anno, in Emilia-Romagna, sono poco meno di 15.000 le donne che si sottopongono al test combinato). Alla fine di questi nove mesi, sarà esteso gratuitamente a tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, sempre nelle strutture pubbliche.

Perché il test prenatale di screening non invasivo è importante

Grazie al NIPT è possibile ridurre sensibilmente il ricorso ad amniocentesi e villocentesi, che presentano dei margini di rischio, seppur minimi, e possono costituire una preoccupazione per la donna. Finora non veniva rimborsato dal Servizio sanitario regionale e il suo costo medio, presso le strutture private, era di 700 euro. Già da oggi nell'area bolognese è invece offerto in modo completamente gratuito. Si stima che almeno il 70% delle gestanti, a regime, farà richiesta di effettuare il NIPT, e che gli esami invasivi (villocentesi, amniocentesi) non necessari diminuiranno circa del 50%. In Emilia-Romagna – spiega la Regione – l’introduzione del NIPT è stata valutata positivamente dal Tavolo regionale della Genetica e dalla Commissione nascita. In particolare, l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale ha avuto il compito di formulare una valutazione tecnico-scientifica sul tema: l’Osservatorio regionale per l’innovazione dell’Agenzia ha analizzato, assieme a un tavolo misto, i dati scientifici a livello internazionale, e formulato raccomandazioni relative all’utilizzo e all’inserimento dei nuovi test genetici nell’attuale percorso di indagini prenatali per la diagnosi delle trisomie 13, 18 e 21. Ed ha confermato che quest’inserimento comporterebbe una riduzione delle trisomie non diagnosticate e una sostanziale riduzione dei test invasivi non necessari".

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