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Il virologo Silvestri: “Prepararsi ora a seconda ondata o si dovrà richiudere. E la gente soffrirà”

“La gravità di questa ondata, ovviamente, non la possiamo conoscere, ma sarebbe irresponsabile non essere pronti a qualsiasi evenienza. Alcune misure di prevenzione, se fatte bene, per tempo e con le dovute risorse, ridurranno enormemente i morti da Covid. Ed eviteranno di ricorrere a misure “straordinarie” che hanno un effetto devastante a livello socio-economico”: così il virologo Guido Silvestri lancia l’allarme su una nuova ondata di contagi da coronavirus per il prossimo autunno.
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A cura di Annalisa Girardi
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Una seconda ondata di coronavirus nel prossimo autunno è una "possibilità molto reale". Ragion per cui bisogna prepararsi ad ogni evenienza: in questo modo non solo si potranno ridurre le vittime e i nuovi contagi, ma si eviteranno anche ulteriori chiusure che provocherebbero enormi sofferenze nella popolazione a livello socio-economico. Lo afferma, in un post su Facebook, il virologo Guido Silvestri, ora a capo del dipartimento di Patologia all’Università Emory di Atlanta. "Pensiamo che ormai sia chiaro a tutti come Covid-19 in Italia sia in fase di tregua, con pochi contagi che fanno intravedere una progressiva endemizzazione del virus. Come abbiamo detto spesso, basandoci sulla osservazione classica della stagionalità dei virus respiratori nei climi non-tropicali, una seconda ondata di Covid-19 a fine autunno/inizio inverno è una possibilità molto reale. La gravità di questa ondata, ovviamente, non la possiamo conoscere, ma sarebbe irresponsabile non essere pronti a qualsiasi evenienza. Su questo punto ci siamo espressi da tempo e saremo peggio di un disco rotto", afferma.

Silvestri sottolinea come, da un punto di vista pratico, la preparazione sia tutto: quindi monitoraggio costante, strategia delle tre T (testing, treatment, tracing), interventi mirati anche a protezione dei luoghi più vulnerabili (come ospedali o Rsa), rafforzamento della medicina sul territorio, terapie precoci, triage rapido dei casi e implementazione di nuovi protocolli di cura (anticorpi, antivirali, plasma, etc). "Tutte cose che, se fatte bene, per tempo e con le dovute risorse, ridurranno enormemente i morti da Covid. Accettando poi con serenità il fatto che il rischio zero non esiste (come non esiste per nessun’altra malattia) ed evitando di ricorrere a misure “straordinarie” che hanno un effetto devastante a livello socio-economico", aggiunge il virologo.

Ma se non saremo preparati, prosegue Silvestri, e se la situazione dovesse sfuggire di mano come accaduto in alcuni territori lo scorso marzo, "l'unica opzione possibile diventerebbe richiudere tutto – un’opzione che porterebbe ad enormi sofferenze per la popolazione". Il virologo commenta: "E noi già ci vediamo i soliti noti dare la colpa al popolino stupido ed indisciplinato, agli sciagurati tifosi, alla movida, ai complottisti sfigati, ai bambini senza mascherina a scuola, e magari se la prenderanno anche con chi spiega la scienza con obiettività e cerca di trasmettere ottimismo e serenità ad una popolazione stremata da mesi di reclusione. E no, cari signori. Si sappia bene che noi a questo giochetto non ci staremo". Quindi ribadisce cosa sia necessario fare, a livello di prevenzione a una possibile nuova ondata. Silvestri sottolinea che prepararsi adeguatamente a livello sanitario sia una "precisa responsabilità politica e istituzionale", che non può e non deve essere scaricata sui cittadini.

"Per cui, da oggi in poi, cari Signori e cari Colleghi, chiederemo sempre meno chiacchiere, meno epidemiologia difensiva, meno richiami generici alla “prudenza”, ed invece più fatti, più assunzioni di responsabilità, e soprattutto più preparazione e più interventi mirati, a cui devono essere destinate tutte le risorse necessarie. Perché a febbraio scorso è andata come è andata (aperitivi, topi vivi e via discorrendo), errori li abbiamo fatti tutti e capiamo bene che non si può tornare indietro. Il futuro però è un’altra storia e per questa non ci saranno scusanti. Lo dicevano i nostri insegnanti di una volta: errare è umano, perseverare diabolico", conclude.

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