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Il ristoratore che donava il cibo a Potenza: “Chiedo aiuto al premier Conte, non sappiamo che fare”

Aveva iniziato un’opera benefica nel suo ristorante neonato di Potenza. Dopo le strette imposte dal DPCM, Salvatore aveva deciso di donare il cibo invenduto a coloro che ne avevano bisogno e la sua opera aveva fatto il giro d’Italia. Adesso ha affidato ai social una lettera al premier Giuseppe Conte per chiedergli aiuto.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Dopo le strette sulle attività commerciali previste per il mese di ottobre con il DPCM governativo, a Potenza i gestori del Crusco's avevano deciso di donare tutto il cibo che invenduto a chi ne ha più bisogno. Dopo le 18, tutto il cibo veniva destinato e consegnato a coloro che avevano difficoltà economiche. Fanpage.it aveva conosciuto Salvatore Conte, gestore del locale che aveva dato inizio a questo progetto. Adesso però, con misure ancora più restrittive per evitare il contagio da Covid, anche il Crusco's arranca.

La lettera

Salvatore ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte e spera che diffondendola sui social possa arrivare a lui. "Abbiamo lo stesso cognome – inizia – ma nessun rapporto di parentela. Non so se leggerà questo messaggio, ma io lo invio confidando nel cuore della rete affinché la condivisione la faccia arrivare fino a lei. Il 18 Maggio di quest'anno quando è terminato il primo lockdown ho aperto, con una socia, un ristorante a Potenza, una bellissima città, dove vivo con moglie e due figli. Io e la mia socia Linda abbiamo investito i risparmi di una vita, ma soprattutto tutti i nostri sogni che ci portavamo dentro anche se entrambi cinquantenni. Un'età difficile per iniziare avventure come questa. Ma ci abbiamo creduto, ci siamo fidati della nostra passione e siamo partiti. Abbiamo affrontato tante spese per adeguarci alle norme del distanziamento e abbiamo resistito alle varie fasi dell'andamento della pandemia. Da ottobre siamo praticamente fermi con un fatturato pari a zero e abbiamo tre dipendenti e tante spese. Abbiamo chiesto, come tutti, il ristoro, ma al momento non abbiamo ricevuto 1 euro. Siamo allo stremo ma non tanto per l'aspetto economico, ma soprattutto per quello psicologico. La cosa più triste è che non sappiamo cosa fare, le abbiamo provate tutte ma i nostri sogni, i nostri progetti stanno naufragando nell'incertezza. Speravamo tanto nel periodo natalizio ma purtroppo le chiusure annunciate ci hanno tolto anche questa speranza. Le chiediamo aiuto, non per l'aspetto economico, anche, ma soprattutto per la nostra dignità. Come noi ci sono migliaia di famiglie di ristoratori, albergatori, baristi e tanti altre categorie che nella tragicità del momento non sanno a chi rivolgersi. Io mi sono rivolto direttamente a Lei". Conclude in maniera semplice, come se stesse scrivendo a un amico. "Spero con tutto il cuore che la mia lettera arrivi a lei – scrive – e con l'occasione le invio i nostri saluti e gli auguri di buon Natale".

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