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Il Po “respira”: grazie alle ultime piogge l’acqua è salita di 14 centimetri in 24 ore

Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno consentito al Po di recuperare qualche decina di centimetri di portata. L’Autorità Distrettuale: “Speriamo che il peggio sia ormai alle spalle, ma le buone notizie non devono farci dimenticare la necessità di interventi più strutturali”.
A cura di Davide Falcioni
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È ancora molto presto per tirare un sospiro di sollievo, ma le precipitazioni degli ultimi giorni hanno consentito al Po di recuperare qualche decina di centimetri di portata.

Il livello del principale fiume italiano resta ancora molto basso, ma dalle rilevazione dell'Agenzia per il Po si comincia a intravedere un'inversione di tendenza. Alla stazione idrometrica di Pontelagoscuro, alle porte di Ferrara, si è passati infatti nel giro di una settimana dai -701 cm sullo zero idrometrico (i valori erano stati ancora più bassi nelle precedenti settimane) ai -692 di ieri e addirittura -678 di oggi, con un recupero di 14 centimetri in appena 24 ore. Viste le piogge intense degli ultimi giorni ci si attende un'ulteriore innalzamento.

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Dopo mesi di siccità assoluta – dunque – la situazione è in lieve miglioramento. "Speriamo che il peggio sia ormai alle spalle, ma le buone notizie non devono farci dimenticare la necessità di interventi più strutturali", ha commentato Alessandro Bratti, neo segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po, illustrando a grandi linee obiettivi non più procrastinabili. Serviranno infrastrutture e tecnologie, certo, ma anche più poteri all'Autorità di bacino, definito “luogo di intesa unitaria e sinergia operativa fra tutti gli organi istituzionali interessati alla salvaguardia del bacino padano” in un distretto idrografico che si estende dalla Valle d’Aosta alle Marche.

"Il tema principale – sottolinea Bratti – è la gestione delle acque, che, pur essendoci, non viene distribuita in modo corretto: si dovrà trovare il modo di far funzionare un'operazione di mutuo soccorso tra i territori e c'è anche da lavorare con il ministero della Transizione ecologica per rafforzare il ruolo regolatorio dell'Autorità di distretto". Questo perché se le indicazioni relative ai dati sulle portate e sul cuneo salino vengono ignorate "si rischia anche di andare incontro a sanzioni dell'Unione Europea".

Per Bratti "il periodo più difficile è alle spalle, ma solo temporaneamente perché non credo che quello che abbiamo vissuto quest'anno sia eccezionale. Credo che diventerà l'ordinarietà: allo stesso tempo dobbiamo ricordare che dalle regioni del bacino del Po passa il 45% dell'economia dell'intero Paese".

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