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Il piccolo Nicolò morto a due anni per una intossicazione, l’autopsia conferma: il padre indagato

Ad accertare la natura della sostanza letale gli esami tossicologici ma il sospetto è che possa aver ingerito qualcosa in casa dove era presente il padre, indagato per omicidio colposo.
A cura di Antonio Palma
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A causare il malore fatale al piccolo Nicolò è stata una intossicazione dovuta a qualche sostanza che il bimbo ha ingerito e che lo ha portato all’arresto cardiaco.

La conferma arriva dall’autopsia sul corpicino del bimbo di due anni morto una settimana fa dopo un improvviso malore mentre era in casa a Codissago di Longarone, in provincia di Belluno.

Ad accertare la natura di quella sostanza devono essere però gli esami tossicologici, già eseguiti dallo stesso anatomopatologo Antonello Cirnelli incaricato dalla Procura, ma i cui risultatati arriveranno solo nei prossimi giorni.

Il sospetto degli inquirenti è che il bimbo possa aver ingerito qualcosa nell’abitazione e non nel parco sotto casa dove era andato la mattina della tragedia, come invece aveva ipotizzato il padre che era con lui.

Lo stesso papà risulta indagato dalla Procura della Repubblica di Belluno in quanto era l'unica persona presente in casa al momento del malore che poi ha portato alla morte del bimbo in poche ore, nonostante la corsa in ospedale.

L’ipotesi di reato al momento è quella di omicidio colposo ma i risultati degli esami medico legali post mortem potrebbero portare a nuovi sviluppi.

In particolare infatti si cerca di capire se la sostanza che ha ucciso il bimbo sia la stessa trovata sui materiali sequestrati dai carabinieri nella casa della famiglia e ora sotto esame scientifico.

In casa della famiglia non sarebbero stati trovati segni evidenti della presenza di droghe ma ci sarebbero tracce di alcune sostanze su diversi reperti sequestrati e ora al vaglio degli inquirenti per capire se possano avere una corrispondenza con quanto ingerito dal bambino.

Sarebbe completamente tramontata invece l’ipotesi iniziale che indicava la sostanza letale nel parco dove il piccolo era stato poche ore prima del decesso.

Il padre di Nicolò infatti ha raccontato che quel 28 luglio aveva portato il bimbo a giocare nel parco sotto casa. Qui si era accorto che il piccolo aveva raccolto qualcosa da terra portandolo alla bocca. Le indagini dei carabinieri però hanno escluso questa ipotesi anche in base alla sequenza temporale dei fatti.

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