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Giuseppe Stilo, morto sul volo Torino-Lamezia: la Procura apre un’inchiesta

Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. Le indagini sono coordinate dai pubblici ministri Lea Lamonaca e Giorgio Nicola e, al fine di fare piena luce sulla tragedia, è stata disposta l’autopsia sul corpo di Stilo.
A cura di Davide Falcioni
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La Procura di Torino ha aperto un fascicolo d'inchiesta sul caso di Giuseppe Stilo, il 33enne originario di Vibo Valentia e residente in provincia di Cuneo morto ieri dopo un malore accusato su un volo Ryanair decollato dallo scalo di Caselle verso Lamezia Terme. Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato. Le indagini sono coordinate dai pubblici ministri Lea Lamonaca e Giorgio Nicola e, al fine di fare piena luce sulla tragedia, è stata disposta l'autopsia sul corpo del giovane, sebbene l'ipotesi più probabile sia quella di un infarto.

Il malore in volo e il ritorno in aeroporto

Giuseppe Stilo stava facendo ritorno in Calabria insieme alla moglie, al quarto mese di gravidanza. Il volo Ryanair per Lamezia Terme era decollato pochi minuti prima da Caselle quando il 33enne dipendente della Ferrero ha accusato un malore improvviso.  La moglie, seduta alcuni file più indietro, non si è accorta di nulla, tuttavia il personale di bordo è subito intervenuto insieme a due medici che erano fra i passeggeri. Le condizioni di Giuseppe sono apparse subito molto gravi e, intorno alle 11.15, il comandante ha invertito la rotta del velivolo, che in quel momento sorvolava i cieli liguri, ed è tornato indietro verso la pista di Caselle; a bordo dell'aereo sono saliti un altro medico e un infermiere, ma i tentativi di rianimare Giuseppe si sono rivelati inutili.

Smentiti i ritardi dei soccorsi

In un primo momento era trapelata l'ipotesi di un ritardo nell'arrivo dell'ambulanza sulla pista, ma tale ricostruzione è stata smentita da Sagat, Azienda Zero e 118: "La centrale operativa 118 è stata allertata e ha provveduto a inviare l’ambulanza di base a Borgaro Torinese, seguita da un secondo mezzo con medico e infermiere, da Venaria.  All’arrivo dell’aereo il medico in servizio presso l’aeroporto è salito immediatamente sul velivolo e ha provveduto a erogare una scarica con il defibrillatore semiautomatico (Dae) e a somministrare dell’adrenalina. In precedenza due medici che si trovavano a bordo avevano già provveduto a erogare altre due scariche. Dopo la terza, il Dae non ha dato più indicazioni sull’uso della terapia elettrica".

Per quanto concerne il presunto ritardo di un’ambulanza, Azienda Zero precisa: "L’ambulanza di Borgaro è arrivata al varco indicato ed è stata indirizzata verso l’aeromobile. I due volontari, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari nel continuare le manovre rianimatorie e contestualmente a trasportare il paziente sull’'ambulif' dove, dopo alcuni minuti, è arrivata anche l’ambulanza con il medico del 118. Che purtroppo, considerata la situazione, non ha potuto che constatare il decesso del paziente". "Non c’è quindi stato un ritardato soccorso e la sinergia tra i medici presenti a bordo, gli assistenti di volo, i sanitari in servizio presso l’aeroporto e il 118 hanno dato al paziente tutte le possibilità che aveva di uscire da quella drammatica situazione", conclude Azienda Zero.

Torino Airport: "A bordo dell'aereo anche un defibrillatore"

Anche Torino Airport ha chiarito che non vi è stato nessun ritardo nei soccorsi: "A bordo del velivolo intanto due medici passeggeri del volo hanno cominciato le manovre di rianimazione cardio polmonare coadiuvati dal personale di bordo, che ha messo a disposizione il defibrillatore semi automatico (DAE) presente in aereo. Prima dell'atterraggio i medici, oltre che eseguire le suddette manovre, hanno erogato ben due scariche con il DAE che, ricordiamo, in maniera automatica identifica quei ritmi di arresto che sono suscettibili di una terapia elettrica per riportare il cuore ad un ritmo elettrico normale".

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