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Il caso di Jois Pedone: dalla scomparsa a Vasto al ritrovamento del corpo in mare

Dal borsone pieno di sabbia attaccato alle caviglie, passando per la z sul collo e il patto di sangue con la sacerdotessa. Tutti i misteri della morte di Jois Pedone, la studente 19enne, trovato morto a Vasto lo scorso 22 agosto.
A cura di Chiara Ammendola
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Jois Pedone
Jois Pedone

Continuano le indagini sulla morte di Jois Pedone, il ragazzo di 19 anni ritrovato morto in mare a Vasto la mattina del 22 agosto: di lui si erano perse le tracce due giorni prima quando aveva detto ai genitori di dover uscire per raggiungere alcuni amici. Quella sera però il giovane studente non ha mai incontrato nessuno e il suo cadavere è stato ritrovata in mare con un peso di più di 40 chili attacco alle caviglie. I genitori hanno da sempre scartato l'ipotesi del suicidio chiedendo agli inquirenti indagini approfondite per capire cosa sia accaduto a Jois ma soprattutto per chiarire i tanti elementi oscuri legati a questa vicenda, come il ruolo della cosiddetta sacerdotessa, una donna con cui era in contatto il 19enne e che avrebbe sentito poco prima di scomparire.

Chi era Jois Pedone, il ragazzo scomparso a Vasto e trovato morto

Originario di Vasto, cittadina abruzzese della provincia di Chieti, Jois era iscritto alla facoltà di Economia dell'università di Parma. A 19 anni era uno studenti modello e per mantenersi da fuori sede ogni tanto lavorava anche come cameriere proprio nella sua Vasto. Soprattutto nel periodo estivo, quando non doveva frequentare corsi all'università o dare esami, Jois tornava a casa in Abruzzo e ne approfittava per fare lavoretti stagionali e mettere dei soldi da parte per l'inverno.

La scomparsa di Jois Pedone da Vasto: la denuncia della madre

La sera della scomparsa, il 20 agosto 2022, Jois dopo aver terminato il proprio turno di lavoro ha comunicato alla madre che sarebbe uscito con alcuni amici "per svagarsi un po'". A casa però non è mai tornato. Mary Nora Ramundi ha salutato il figlio l'ultima volta poco dopo l'una, quando, tornata a casa, lo ha visto che fumava in balcone. “Mi ha detto: ‘esco con gli amici’ e mi ha fatto il nome di due suoi amici storici, allora mi sono tranquillizzata – ha raccontato la donna – quando poi non è tornato a casa, abbiamo contattato questi due amici, ma ci hanno detto che non si erano neanche messi d’accordo con lui per uscire insieme”.

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Il ritrovamento del cadavere di Jois Pedone

Il cadavere di Jois Pedone è stato ritrovato il 22 agosto, a due giorni dalla sua scomparsa, a Vasto: era tra gli scogli sotto un trabocco a Punta Penna, immerso in posizione verticale, con un borsone pieno di sabbia, del peso di oltre 40 chili a fare da zavorra, attaccato alla caviglia. Ad avvistarlo sono stati i militari della Guardia Costiera che hanno immediatamente avviato le ricerche dopo la denuncia di scomparsa presentata dai genitori del 19enne. L'autopsia disposta sul corpo del giovane da parte della Procura che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio ha evidenziato come causa della morte l'annegamento. Inoltre sul collo è stata trovata impressa quella che sembra essere la lettera ‘z', incisa forse con una lama rovente.

I genitori non credono all'ipotesi del suicidio

I genitori di Jois Pedone non hanno però mai creduto all'ipotesi del suicidio e sin dal primo momento hanno chiesto agli inquirenti di indagare nella vita del figlio. “Aveva comprato il biglietto del treno per tornare a Parma, doveva fare due esami all'università e poi andare in vacanza a Barcellona con gli amici – hanno spiegato la nonna e lo zio del 19enne – questo è un ragazzo che pensa al futuro. Non è stato un gesto volontario, indotto sì, volontario no”.

La lettera Z trovata sul collo di Jois Pedone
La lettera Z trovata sul collo di Jois Pedone

Chi è la sacerdotessa, la donna che ha visto Jois prima di morire

Secondo i famigliari l'ipotesi è che possa essere stato adescato con la scusa di un rituale per l’evoluzione spirituale, dato che lui era affascinato dal mondo della spiritualità: “Ho saputo che molti ragazzi sono attirati da questo settore della spiritualità e dell’esoterismo – ha raccontato il padre – da un anno a questa parte ha acquisito questo interesse e mi riportava le sue conoscenze”. Uno degli elementi emersi durante le indagini sulla morte di Jois riguardano proprio il mondo dell'esoterismo e la figura della cosiddetta sacerdotessa, una donna che il 19enne avrebbe incontrato prima di sparire e il cui ruolo non è però ancora chiaro.

Jois faceva parte di una setta?

L'ipotesi avanzata dai famigliari dunque è quella di un coinvolgimento di Jois in una sorta di setta che potrebbe averlo spinto a partecipare a un "rito di inizializzazione" rivelatosi mortale. Secondo quanto rivelato dal settimanale Giallo, il 19enne avrebbe inviato a un'amica un messaggio audio in cui parlava di un patto di sangue: “Abbiamo fatto una sorta di rituale – le parole pronunciate dal giovane – ha fatto un pentagono, un cerchio di sale, ci siamo bucati le dita e ci siamo bevuti l’uno il sangue dell’altro”. Non è escluso che la donna coinvolta in questo rito possa essere proprio la sacerdotessa.

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