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Idrocarburi e mercurio nelle acque a Gela, sequestrata società Eni

Manganesio, idrocarburi e mercurio nelle acque che poi finiscono in mare o nei terreni circostanti. È quanto emerso dagli accertamenti tecnici disposti dalla magistratura sulle acque di falda nei dintorni della ex raffineria Eni di Gela che ha portato oggi la Procura siciliana a chiedere e ottenere l’immediato sequestro di una società dell’Azienda.
A cura di Antonio Palma
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A Gela ci sono ancora concentrazioni altissime di sostanze tossiche come manganesio, idrocarburi e mercurio nelle acque che poi finiscono in mare o nei terreni circostanti. È quanto emerso dagli accertamenti tecnici disposti dalla magistratura sulle acque di falda nei dintorni della ex raffineria Eni di Gela che ha portato oggi la Procura siciliana a chiedere e ottenere l'immediato sequestro di una società dell'Azienda multinazionale delegata proprio alle bonifiche delle acque contaminate.  Si tratta della ed Syndial Sicilia, ora Eni Rewinds s.p.a, ramo aziendale della raffineria di Gela che l'Eni aveva incaricato delle bonifiche.

Pm: "Eni non ha rispettato il piano di bonifica"

Secondo i risultati delle perizie tecniche eseguite dai consulenti dei pm di Gela, infatti, l'azienda in questione non avrebbe rispettato il piano del ministero dell'Ambiente in merito alla bonifica delle acque di falda che infatti risultano ancora altamente inquinate dagli scarti della storica raffineria. Con lo stesso provvedimento restrittivo, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gela ha disposto il sequestro preventivo anche delle aree dello stabilimento destinate all'attuazione della bonifica. L'azienda sarà ora affidata in mano a un amministratore giudiziario che dovrà provvedere all'esecuzione delle bonifiche previste.

Eni: "Sempre rispettato i requisiti di legge"

L'Eni dal suo canto si dichiara innocente e assicura di aver sempre rispettato i requisiti di legge previsti, annunciando ricorsi legali contro il provvedimento di sequestro. "Eni prende atto dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria rispetto all'impianto Taf a Gela. La società, riservandosi ogni opportuna valutazione in sede processuale, conferma di avere sempre operato nel rispetto dei requisiti di legge e ribadisce che continuerà ad interloquire con la magistratura assicurando la massima cooperazione" ha spiegato all'Ansa un portavoce del gruppo

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