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Giorgio Simone morto dopo una lite, per la procura non fu incidente: “Spinto dalla fidanzata”

Secondo gli inquirenti, Giorgio Simone morì a causa della recisione dell’arteria poplitea. Il 28enne sarebbe deceduto dopo essere stato spinto dalla fidanzata durante una lite.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Non sarebbe stato un incidente domestico, quello che ha ucciso Giorgio Simone nel 2020, ma la drammatica conseguenza di un colpo al petto ricevuto dalla fidanzata durante una lite. Il 28enne stando a quanto ricostruito, sarebbe caduto dopo essere stato spinto sulla porta a vetri di casa durante l'alterco con la compagna. La recisione dell'arteria poplitea (dietro l'articolazione del ginocchio) avrebbe poi causato la morte del giovane di Montesano Salentino.

Per la morte del giovane avvenuta il 16 aprile 2020 a Rivergaro, erano state iscritte al registro degli indagati 6 persone, tra cui l'allora fidanzata del pugliese. Nei confronti della 30enne piacentina si ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale.

L'ipotesi dell'incidente e il report della criminologa

Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato che il ragazzo si fosse ferito dopo aver colpito intenzionalmente la vetrata, forse in uno sfogo di rabbia durante la lite. La famiglia della vittima, però, si è affidata alla criminologa Isabel Martina che ha fornito una ricostruzione dei fatti diversa da quella dell'incidente fornita in un primo momento.

Secondo la criminologa, infatti, la 30enne avrebbe fatto perdere l'equilibrio al compagno dopo averlo colpito al petto mentre litigavano, facendolo cadere sulla porta ed infrangere i vetri che lo hanno poi ferito mortalmente.

Gli altri iscritti al registro degli indagati

Sulla scorta delle conclusioni della criminologa Isabel Martina, oltre all'ex fidanzata della vittima, il pubblico ministero ha iscritto al registro degli indagati anche due infermieri, due autisti soccorritori e la volontaria di pubblica assistenza arrivati sul posto per medicare il giovane. La procura contesta agli altri indagati presunte negligenze e ritardi che sarebbero costati la vita al 28enne.

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