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Giallo a Faenza, non fu suicidio la morte del macellaio Domenico Montanari: 2 indagati per omicidio

Un ex agente di polizia municipale di 53 anni e un uomo di origini albanesi di 40 anni sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario in concorso in relazione alla morte del 64enne Domenico Montanari, trovato impiccato nel suo negozio nel 2019.
A cura di Davide Falcioni
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Un ex agente di polizia municipale di 53 anni e un uomo di origini albanesi di 40 anni sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario in concorso in relazione alla morte, avvenuta il 26 luglio 2019, di uno dei due titolari di una macelleria di Faenza (Ravenna), il 64enne Domenico Montanari, trovato impiccato nel suo negozio.

Come riferisce il Corriere, inizialmente l'ex vigile era stato accusato di istigazione al suicidio; poi aveva prevalso la morte come conseguenza di altro reato, in questo caso l'usura. Analizzando attentamente il contenuto dei bigliettini lasciati dal defunto, la Procura era arrivata a ipotizzare che il 53enne si facesse cambiare dal macellaio sia i propri assegni che quelli compilati da altre persone tra suoi debitori.

La mattina del decesso, l'ex poliziotto era andato da Montanari per una proposta di acquisto della casa da parte di una terza persona: 115 mila euro, di cui 20mila come deposito cauzionale e gli altri 95 mila con il rogito. In conclusione delle verifiche della polizia coordinata dal pubblico ministero Angela Scorza , al 53enne – oltre alla morte del macellaio come conseguenza dell'usura – erano state contestate anche una maxi-truffa a due anziane sorelle, una truffa a due coniugi che volevano riscuotere il risarcimento assicurativo per un incidente stradale, un'estorsione a un collezionista di divise e una a un noleggiatore di auto di lusso (questa gli era valsa il licenziamento) per una condanna complessiva di 5 anni e 10 mesi.

L'avviso di conclusione delle indagini per l'ipotesi di omicidio è partito lunedì 20 febbraio in ragione di un accertamento tecnico su apparecchi elettronici dei due indagati, in particolare su un cellulare sequestrato nel 2019 all'ex vigile e per il quale l'indagato non aveva mai fornito la password . I due sono difesi dagli avvocati Gabriele Bordoni e Luca Donelli.

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