Genova, badante trovata morta: aggredita 3 anni fa da anziano condannato e appena assolto

Una donna di 58 anni, Maria Satera, è stata rinvenuta cadavere nel pomeriggio di oggi, 24 gennaio, nel suo appartamento di Bargagli, in Alta Valbisagno, nell'entroterra genovese. L’elemento che sicuramente in questa tragedia è il fatto che la vittima circa un anno e mezzo fa era stata massacrata a colpi di palanchino all’interno della casa dell'81enne, Giuseppe Bacigalupo, di cui si doveva prendere cura a Neirone. Per quella vicenda l’anziano era stato poi arrestato. L'uomo in primo grado era stato condannato a nove anni e 4 mesi per tentato omicidio ma una settimana fa la corte d'appello di Genova lo aveva assolto. In questi istanti i carabinieri stanno raccogliendo i primi elementi di indagine e il medico legale si sta occupando del primo esame del corpo per capire quale sia la causa della morte. Il pubblico ministero Alberto Landolfi ha aperto una inchiesta per omicidio.
La scoperta del cadavere della badante
Secondo le prime ricostruzioni, il corpo della 58enne è stato scoperto dai carabinieri intorno alle 14: ad avvisare i militari dell’Arma è stata una vicina di casa, che ha raccontato di avere notato per diverse ore la luce accesa in casa della Satera, di avere provato a contattarla e di non avere ricevuto alcuna risposta. A quel punto ha chiesto aiuto ai soccorsi. Giunti sul posto, i carabinieri hanno trovato la porta aperta e il corpo della donna ai piedi di una scala: non è ancora chiaro se il decesso sia dovuto a un malore, a una caduta o a un gesto di natura violenta. La porta, a detta della vicina, era spesso aperta.
La aggressione subita da Maria Satera tre anni fa
Come racconta il Secolo XIX, Giorgio Bacigalupo adesso vive a Gattorna, ma prima del 22 marzo del 2015 abitava a Cravaria, frazione di Neirone. Con lui viveva anche Maria Satera, prima badante e poi promessa sposa. Il 22 marzo, l’aggressione: dopo essere rientrati a casa, dopo aver girato per negozi, l’anziano dice alla donna che preparerà la cena. Lei intanto sale a stendere i panni. Racconterà ai giudici del primo grado che, dopo un po’, Bacigalupo la chiama perché è pronto. “Mentre scendevo le scale sentivo ‘rabattare’ in cucina perché (lui) stava scaldando della roba – spiegherà lei in aula – Io stavo entrando in sala da pranzo per prendergli le medicine e mi sono sentita trascinare, poi non ricordo più nulla”. La 58enne viene picchiata selvaggiamente. Bacigalupo è condannato pere tentato omicidio, ma esattamente una settimana fa la corte d’appello di Genova lo assolve per non aver commesso il fatto. Non è stato lui a infliggerle quei colpi.