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Guerra in Ucraina

Generale Tricarico: “Esercitazioni NATO grave errore, Putin potrebbe rispondere con guerra cibernetica”

L’intervista di Fanpage.it al generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e presidente della Fondazione Icsa: “Forze russe in stallo nel Donbass. Grave errore fare esercitazioni NATO ad Est dell’Alleanza: Putin potrebbe rispondere ricorrendo ad altri ambiti non tradizionali, come le armi di distruzione di massa o la guerra cibernetica”.
Intervista a Gen. Leonardo Tricarico
già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e presidente della Fondazione Icsa.
A cura di Ida Artiaco
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"Le forze russe sono in stallo, sia per il basso morale dei soldati che per la scadenza dello strumento militare. L'ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO è un grave errore, così come le esercitazioni dell'Alleanza a Est: Putin potrebbe rispondere con armi di distruzione di massa o con una guerra cibernetica". A parlare è il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e presidente della Fondazione Icsa, che a Fanpage.it ha fatto il punto del conflitto in Ucraina e su cosa potrebbe succedere dopo gli ultimi sviluppi relativi alla richiesta di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia.

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Generale Tricarico, il presidente Zelensky la scorsa notte ha dichiarato in un videomessaggio che "l'operazione speciale della Russia è fallita". È d'accordo?

"Le dichiarazioni vanno prese sempre con il beneficio del dubbio perché è chiaro che ognuno cerca di dimostrare quello che molte volte non corrisponde a verità. Tuttavia, di fatto c'è sicuramente uno stallo delle operazioni militari, che si è notato già da molto tempo, quindi una scarsa progressione sul terreno da parte delle forze russe. C'è sicuramente ammassamento di militari nel Donbass che farebbero presumere una spallata per arrivare ad avere il controllo di quel territorio, ma oltre questo, se si dovesse fare una previsione, non sarei così certo che la cosa funzioni e che abbia successo perché lo strumento militare russo ha già dimostrato amplissimi limiti".

Secondo lei a quali fattori si possono ricondurre i limiti di cui parla?

"Il basso morale dei soldati è qualcosa che esisteva già dai primi giorni dell'invasione. Anche se non ne abbiamo prova, c'è da pensare che soprattutto i militari di leva siano stati in qualche maniera ingannati rispetto alle finalità di quelle che chiamavano esercitazioni e che si sono poi ritrovati in una guerra vera e propria. Il morale è importante perché è un moltiplicatore di forze e come è alto quello ucraino, così vi è da ritenere che sia un po' scadente quello russo. Quindi questo è un fattore che lavora non a favore di Mosca. Noi occidentali siamo poi rimasti tutti stupiti nell'osservare le performance di questa Armata rossa che per decenni per noi è stata motivo di preoccupazione e che si è rivelata uno strumento mediocre".

Oggi prenderà il via in Estonia una maxi esercitazione della NATO. Cosa rappresenterà tutto questo per la Russia ma anche per l'Alleanza?

"Le esercitazioni della NATO ai confini Est dell'Alleanza sono state uno dei più gravi errori compiuti dalla NATO stessa, che ha insistito in questi comportamenti nonostante si siano levate non poche voci critiche, diventando uno stimolo non da poco per causare poi quello che abbiamo il 24 febbraio. Per questo io ero e rimango perplesso e contrario rispetto a queste esercitazioni che soprattutto ora non servono a granché".

Secondo lei, anche a fronte della richiesta di adesione alla NATO da parte di Svezia e Finlandia, dovremmo aspettarci una ulteriore mossa di Putin?

"Questo è un altro dito nell'occhio di Putin, che forse non era il caso di fare. Se il nostro obiettivo è quello almeno di una tregua, perché dal mio punto di vista la pace è impensabile, e di un negoziato, questi sono comportamenti che vanno in senso esattamente contrario. Io credo che ormai sia cosa fatta quella dell'ingresso di Finlandia e Svezia, ma è un errore non da poco".

Si aspetta un'escalation che non si fermerà all'Ucraina?

"Putin ha uno strumento militare ormai debilitato e non so cosa potrebbe fare di più forte di quello che sta facendo da due mesi e mezzo. Quindi non vedo come possa rappresentare una minaccia se non andando in altri ambiti, come quello delle armi di distruzione di massa o dell'ambito cibernetico, che è stato scarsamente utilizzato finora. I russi da questo punto di vista sono molto agguerriti, potendo contare anche su tanti gruppi criminali da assoldare e con cui fare una guerra di questo tipo".

Come mai non hanno utilizzato questo strumento finora, a maggior ragione dopo che i risultati sul campo in Ucraina hanno cominciato a non arrivare?

"Questo rimane il grande punto interrogativo, per lo meno per me. I tecnici mi dicono che i russi sono attrezzati per far collassare un intero paese, non lo hanno fatto né loro né gli altri, quasi che ci fosse un equilibrio di deterrenza, come se fosse un armamento nucleare che non viene usato e come se si fosse alle prime schermaglie. Mi viene in mente l'esempio di un incontro di boxe perennemente alla prima ripresa, dove gli avversari si studiano. Non so se sia effettivamente così, ma di fatto la guerra cibernetica si è fermata alle prime schermaglie e non è andata oltre".

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