Sgominata gang “latinos” a Milano: stupri e pestaggi per essere ammessi

La Squadra mobile di Milano ha fermato questa mattina venticinque persone appartenenti alla gang Ms13: si tratta di giovani di età compresa tra i 17 e i 36 anni (sette sono minorenni), per lo più salvadoregni, e accusati di associazione per delinquere, rapina, lesioni, detenzione e porto d’armi da taglio. Le indagini che hanno portato al fermo dei membri della gang “latinos” partono dall’ottobre del 2010 e documentano violenze fino al settembre del 2012. In questi due anni di indagini sono stati commessi pestaggi e aggressioni che avvenivano per il controllo del territorio. Secondo quanto ricostruito, per entrare nella gang gli affiliati si sottoponevano a un vero e proprio rito di iniziazione: gli uomini venivano pestati per almeno 13 secondi mentre alle donne era riservata una violenza sessuale. Una volta entrati nella banda gli appartenenti potevano tatuarsi simboli della “Ms13” e poteva contrassegnare i luoghi dove si riunivano scrivendo sui miri la sigla della banda. Per chi disobbediva alle regole interne e per gli appartenenti a bande rivali erano previsti pestaggi e accoltellamenti.
I due tentati omicidi della banda – La polizia di Milano ha smantellato la banda indagando su due tentati omicidi commessi dalla gang di “latinos” nel gennaio e nel febbraio del 2011 alla fermata della metropolitana Duomo e in via Pompeo Castelli. Vittime un 19enne ecuadoriano, accoltellato mentre era in compagnia della fidanzata, e un 20enne peruviano autore di alcuni insulti alla banda. Secondo quanto emerso dalle indagini la Ms13 di Milano era in contatto con la “casa madre” in El Salvador ma manteneva una certa autonomia di azione. Nel corso di diverse perquisizioni avvenuta a Milano e in altre province lombarde, gli inquirenti hanno trovato coltelli e machete e anche il “codice di regole” proveniente direttamente dalla gang originaria di El Salvador. Tra gli arrestati oggi c’è anche il leader della banda, Gerardo Flores Soto detto “Kamikaze” o “Ranflero”. Le indagini hanno evidenziato come impartisse ordini indiscutibili riguardanti punizioni per i componenti più riottosi a eseguire i compiti che venivano assegnati loro.