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Frusta il figlio disabile con un caricabatteria perché non impara il Corano: assolto

Il tribunale collegiale di Rimini ha assolto un 46enne senegalese che picchiava il figlio invalido che non imparava a memoria il Corano, derubricando il reato da lesioni gravi a percosse. “Mia madre mi dava le bastonate e mi lasciava i segni, così ho imparato” si era giustificato l’uomo.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine d'archivio
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Avrebbe frustato il figlio, disabile al 100%, con un caricabatteria per telefono cellulare perché non imparava a memoria il Corano; lo avrebbe maltrattato usando anche fascette da elettricista: il tribunale collegiale di Rimini lo ha assolto, derubricando il reato da lesioni gravi a percosse.

L'uomo, 46enne senegalese, è stato dunque assolto e non avendo la mamma del ragazzino presentato denuncia. Le percosse non sono infatti un reato procedibile a querela di parte. Peraltro la madre del bimbo  non ha presentato denuncia.

I fatti risalgono al maggio 2022, oggi la presunta vittima ha 15 anni. Il procedimento d’ufficio per il reato di maltrattamenti in famiglia era stato innescato da una visita del ragazzino in ospedale, coi medici che avendo rinvenuto ferite e lesioni compatibili con un'aggressione avevano riferito tutto alla Polizia.

Il giovanissimo era stato ascoltato in aula e aveva confermato le violenze subite dal padre. Il genitore si infuriava soprattutto quando il figlio che non capiva l’arabo, non riusciva ad imparare i versetti del Corano. Le percosse – secondo quanto emerso nel corso del processo – avvenivano anche con sculacciate tramite cinghiate e frustate.

Mia madre mi dava le bastonate e mi lasciava i segni e il segno sul corpo andava via ma in testa rimaneva ed io imparavo", si sarebbe giustificato l'imputato.

Il pubblico ministero, Annadomenica Gallucci, nella precedente udienza aveva chiesto una condanna a cinque anni di reclusione. Ma secondo il tribunale, l’imputato non ha commesso il fatto. "È incredibile che una condotta così violenta non venga condannata in Tribunale", spiega l’avvocato Martina Montanari, legale della madre.

La procura presenterà ricorso. "È stato sentito anche il minore vittima delle violenze e il suo racconto è stato inequivocabile con pesantissimi danni soprattutto dal punto di vista psicologico motivo per cui l’obiettivo sarà ottenere un risarcimento" ha aggiunto il legale.

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