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“Fr***o del c***o”: torna dalle ferie e trova una scritta omofoba sull’armadietto in ospedale

A rendere pubblico l’episodio è stata Mara Bruschi, presidentessa di Agedo Rimini-Cesena. Protagonista il genero, un infermiere dell’Ospedale Bufalini, che scrive: “Prima di vomitare odio avete mai pensato a quante persone non sono me e una simile vigliaccheria può devastarli nel profondo, lacerarli come persone?”
A cura di Susanna Picone
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È inequivocabile il messaggio che Mattia Montanari, un dipendente dell’ospedale Bufalini di Cesena, si è ritrovato al ritorno dalla ferie. Un insulto omofobo – “f***o del c***o” – stampato sul suo armadietto sul posto di lavoro. L’episodio è stato reso pubblico da Mara Bruschi, presidentessa di Agedo Rimini-Cesena (organizzazione di volontariato dei genitori, parenti e amici di persone Lgbtq+), che parla di "un fatto inqualificabile che non può essere minimizzato né tollerato". La vittima dell’insulto omofobo è suo genero.

Bruschi ha spiegato che la direzione sanitaria dell’ospedale ha mostrato subito attenzione al caso condannando l’episodio e "prendendo una posizione netta sulla faccenda". È stato lo stesso infermiere a raccontare l'episodio tramite un lungo post sui social con tanto di foto dell'armadietto in ospedale. "Due giorni fa sono tornato al lavoro dopo due settimane di ferie. Sono stato accolto da questa scritta sul mio armadietto. Tre parole scritte con l'indelebile, nello spogliatoio del personale, davanti al passaggio di tutte le persone che lavorano e si cambiano lì. Così. Senza un perché. Senza una ragione. Così. Tre parole cariche di odio scritte proprio per ferire, per odiare, per disprezzare, con l'intento di farmi del male", ha scritto Montanari su Facebook. Scrive anche di avere "le spalle larghe" e di "sostenere il peso di questo odio", ma chiede: "Prima di vomitare odio avete mai pensato a quante persone non sono me e una simile vigliaccheria può devastarli nel profondo, lacerarli come persone?”.

"Vogliamo esprimere la nostra più totale solidarietà e vicinanza al dipendente coinvolto e assicurare che faremo tutto il possibile per fare luce sull'accaduto, valutando anche le possibili azioni legali da intraprendere. Riteniamo che la discriminazione e l'offesa non abbiamo alcun posto all'interno della nostra Azienda", la nota diffusa dall'Ausl Romagna. Che aggiunge che da due anni è attivo un tavolo di confronto e co-progettazione con tutte le associazioni della Romagna che lottano contro l'omofobia e a favore dei diritti delle persone Lgbtqia+: "È quanto mai evidente che è importante continuare a lavorare su questi aspetti per garantire non solo un accesso ai servizi più equo e senza discriminazioni ma anche per assicurare un ambiente di lavoro più inclusivo e sicuro".

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, parlando di "un gesto vile e intollerabile". "Non può passare sotto silenzio e nemmeno essere minimizzato l'episodio di matrice omofoba denunciato dall'Associazione Agedo Rimini Cesena e capitato a danno di un dipendente dell'Ospedale Bufalini a cui esprimo tutta la mia solidarietà, estendendola al compagno e alla famiglia. Cesena è una città accogliente, inclusiva e rispettosa dei diritti di ogni persona. Per questo reagiamo con unità e civiltà", le parole del primo cittadino.

Episodi simili a questo di Cesena, ricorda Agedo, si sono verificati di recente anche all'Ospedale civile di Alghero. I dati, sottolinea Mara Bruschi, dimostrano che "quello che è accaduto a mio genero, purtroppo, non è un caso isolato ed è giunto il momento che il Governo Meloni prenda sul serio questi episodi e faccia sentire la propria voce perché davanti a questi episodi il silenzio è complice degli omofobi. Noi tutti, compresa la mia famiglia non ci faremo intimorire e siamo anche pronti a scendere fino a Roma, se sarà necessario, per difendere e proteggere i nostri figli e i figli di tutti".

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