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Frana nel cimitero di Camogli, recuperate 20 salme cadute in mare: “Esame dna se non riconoscibili”

Sono state recuperate dai vigili del fuoco 20 delle 200 bare cadute in mare in seguito al crollo di un’ala del cimitero di Camogli, in Liguria. Ma le operazioni continuano e domani il Comsubin della Marina ispezionerà tutto lo specchio acqueo. Se i corpi non fossero riconoscibili, bisognerà estrarre il Dna, come ha deciso il pubblico ministero Luca Monteverde.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano senza sosta le operazioni dei vigili del fuoco a Camogli, in Liguria, dove nei giorni scorsi si è verificato il crollo di una parte del cimitero che ha fatto finire in mare circa 200 bare. Ad oggi sono state recuperate solo 20 salme. Nel conteggio sono esclusi i due corpi rinvenuti nel genovese nelle scorse ore mentre quello del savonese non ha al momento riscontri. Ma non finisce qui. "Domenica – ha spiegato l'assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone – il Comsubin della Marina ispezionerà tutto lo specchio acqueo". Verrà nominato anche un geologo per una consulenza: l’esperto dovrà ricostruire le cause della frana della falesia su cui poggiava un'ala del cimitero, la sua eventuale prevedibilità e se potesse essere evitata. Alcuni cittadini avrebbero denunciato anche negli anni passati crepe e scricchiolii nella zona poi caduta.

E mentre proseguono le indagini da parte degli inquirenti dopo l'apertura dell'inchiesta per frana colposa da parte della Procura di Genova, il Comune di Camogli sta procedendo alla messa in sicurezza della parte a monte del cimitero con la demolizione dei loculi pericolanti. Un'operazione che, contrariamente a quanto annunciato in precedenza, necessiterà la chiusura h24 della strada del cimitero tra Camogli e Recco. E a Recco, sulla banchina di Levante, si sposterà il riferimento a terra per il trasbordo dei feretri.

Domenica alle 9 nei pressi del cimitero di Camogli l'arcivescovo di Genova Marco Tasca impartirà una benedizione, ma la rabbia dei parenti dei defunti è tanta, al punto che il Codacons ha lanciato un’azione risarcitoria collettiva in favore delle famiglie che, a causa della frana, hanno visto le tombe dei propri cari andare distrutte. "Moltissime famiglie hanno visto sgretolarsi sotto i loro occhi il luogo di sepoltura dei propri parenti defunti le cui salme, ora, rischiano di non essere più ritrovate — si legge in una nota del Codacons —. Molte le ombre che tutt’oggi rimangono sulla vicenda e sulle eventuali responsabilità di chi avrebbe dovuto tutelare il territorio e la zona, al punto che la Procura della Repubblica di Genova ha aperto un fascicolo a carico di ignoti". Domenica, da ultimo, verrà eseguita una prima ricognizione esterna sulle due salme trovate ieri al largo di Vesima e a Quarto. Se i corpi non fossero riconoscibili, bisognerà estrarre il Dna, come ha deciso il pubblico ministero Luca Monteverde.

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