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“Fra’, dice che l’abbiamo violentata”, la chat del branco dopo la violenza sulla 15enne a Reggio Emilia

La chat di uno degli indagati con l’amico mentre arrivavano i carabinieri. Sul corpo della giovane sono state riscontrate “ecchimosi che comprovano la violenza sessuale”.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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"Fra sta dicendo da mezz’ora che l’abbiamo stuprata", scrive D. all’amico. "…Fra siamo nella merda fino al collo", gli risponde l’altro. "…lo so". "…ma fra no… mandala a casa". "…come? Spiega". "…Falla uscire". "Come" "…Fra ma è ancora ubriaca? Fra ma fai qualcosa". Questi i messaggi che i carabinieri che indagano sul presunto stupro di una 15enne a Reggio Emilia hanno trovato sulla chat di Whatsapp di uno dei tre indagati. In realtà ci sarebbero anche altri messaggi, ma sono stati cancellati: "Ben sei conversazioni sono state eliminate", ricorda la pm nella sua richiesta di misura cautelare, riportando ampi stralci del verbale di "arresto in quasi flagranza di reato".

Il presunto stupro di gruppo a Reggio Emilia

I fatti oggetto di indagini risalgono al 28 gennaio. Nella scuola della città emiliana che frequentano i protagonisti c’è uno sciopero per la triste vicenda di Lorenzo Parelli. Il gruppo (tre ragazzi e due ragazze) però non partecipa alle iniziative e va a casa di uno degli arrestati. Una delle giovani 15enni va via nel pomeriggio, resta l'altra. Alle 15 lei scrive un messaggio di aiuto alla sorella ("vieni a prendermi, ho bisogno di te") che chiama i carabinieri. Quando i militari arrivano sul posto, trovano solo la la ragazza che dice loro di essere stata stuprata. In realtà le forze dell'ordine si imbattano in uno dei giovani non molto lontano dal luogo delle presunte violenze: è in compagnia del padre, al quale racconta i fatti. Il minore viene portato in caserma e mentre gli investigatori lo interrogano il suo cellulare continua a squillare e a ricevere messaggi dagli amici. Ora deve rispondere di violenza sessuale su minorenne con l’aggravante dell’abuso delle condizioni psicofisiche alterate, Un altro ragazzo viene quindi convocato in caserma, dove rilascia dichiarazioni spontanee, ammettendo le proprie responsabilità e quelle dell’amico in merito ai rapporti sessuali con la ragazza. Risulta indagata insieme ad un terzo giovane.

"Ecchimosi che comprovano violenza sessuale" sulla 15enne

L’avvocato difensore del primo ragazzo ha detto ieri all’agenzia di stampa Ansa che la ragazza era consenziente. Gli esami tossicologici rivelano però un livello altissimo di alcol nel sangue della vittima (96 milligrammi per decilitro), ma "a detta del personale medico aveva in mattinata raggiunto una considerevole ebbrezza, ben al di sopra di quanto rilevato durante l'esame ematico", scrive la pm della Procura dei minori di Bologna Alessandra Serra. E gli accertamenti evidenziano "ecchimosi che comprovano la violenza sessuale". Inoltre le chat che i ragazzi si sono scambiati "dimostrerebbero la loro freddezza e consapevolezza che lei fosse in stato d’alterazione, il disvalore delle azioni e le gravi conseguenze che potrebbero patire". Da parte sua, la 15enne racconta d non essere stata in grado di reagire e ha parlato con amarezza della delusione per ciò che aveva dovuto subire da un compagno di scuola che credeva un amico. "Lui era steso sopra di me. Io ero impotente e non riuscivo a muovermi. Era un mio amico, non me l'aspettavo", ha messo a verbale.

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