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Firenze, ricoverato per ictus vede il suo cagnolino Phoebe e riesce a parlare per la prima volta

Era stato ricoverato dopo un ictus all’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze. Dopo un po’ di tempo ha rivisto il suo cagnolino Phoebe e al momento dell’incontro il paziente è riuscito, per la prima volta, a pronunciare spontaneamente alcune frasi. A raccontare la vicenda è l’Asl Toscana Centro spiegando come funziona il progetto Pet visiting.
A cura di Stefano Rizzuti
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Era ricoverato all’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze dopo un ictus, quando ha visto il suo cagnolino, il piccolo Phoebe, entrare nella sua stanza. Ed è allora che, vedendo il cagnolino dopo un po’ di tempo, è riuscito per la prima volta a pronunciare spontaneamente alcune frasi. La vicenda viene raccontata dall’Asl Toscana Centro attraverso un comunicato, spiegando come il cagnolino sia entrato e si sia appoggiato sulle gambe del suo padrone. Un incontro organizzato dall’assistenza infermieristica e con l’infermiera Paola Poggiali che ha predisposto il reparto in maniera tale da poter accogliere Phoebe, seguendo tutte le procedure previste per l’igiene e la sicurezza del paziente, così come degli altri ricoverati.

Un episodio che rientra nel progetto ‘Pet visiting’, che attua una delibera regionale del 2014 e riguarda l’umanizzazione delle cure. L’obiettivo è quello di dare sollievo ai pazienti che non possono muoversi e che non possono rivedere i loro animali. Consentendo loro, così, di riabbracciare il loro cane o il loro gatto, per esempio. Il progetto viene realizzato soprattutto dal dipartimento infermieristico in collaborazione con le direzioni sanitarie di presidio e con l’area veterinaria. Viene attuato in tutti i presidi ospedalieri dell’azienda.

La direttrice del presidio ospedaliero, la dottoressa Francesca Ciraolo, ci tiene a sottolineare che questa pratica è già diffusa e non si è trattato di certo di una prima volta: “Non è la prima volta che accade di portare gli animali di affezione nei nostri reparti, anche quelli più critici come le terapie intensive. E ringrazio il personale per la disponibilità ad assecondare e promuovere questo importante progetto che rappresenta un valore aggiunto nella nostra assistenza agli ammalati”.

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