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Femminicidio Guerrina Piscaglia, Padre Gratien contro Amore Criminale: “Non è andata così”

Padre Gratien Alabi intenterà un’azione legale contro Rai Tre per i contenuti del programma televisivo ‘Amore Criminale’ in onda domenica 23 febbraio sul delitto di Guerrina Piscaglia. Secondo il religioso, che ha visto il programma dal carcere di Rebibbia, dove sconta la condanna per omicidio, i fatti non andarono come raccontato dal programma. “Guerrina rappresentata come una figura femminile provocante, così non è”.
A cura di Angela Marino
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Padre Gratien Alabi crede che la propria immagine sia stata lesa dal racconto del femminicidio di Guerrina Piscaglia, andato in scena ad ‘Amore Criminale'  in onda domenica 23 febbraio su Rai Tre. Come si legge su il Corriere di Arezzo, dopo aver seguito la trasmissione dal carcere di Rebibbia, a Roma, dove è recluso dopo la conferma della condanna a 25 anni di carcere da parte della Corte di Cassazione, il religioso ha incontrato il suo legale per chiedergli di procedere con un'azione legale contro Rai Tre per i contenuti del programma televisivo.

La richiesta di revisione

Il programma ha ricostruito il femminicidio avvenuto nel 2014 a Ca Raffaello, piccola exclave toscana in Emilia-Romagna, dove la cinquantenne Guerrina Piscaglia è stata uccisa il 1 maggio del 2014. Per farlo la produzione ha messo in scena una ricostruzione – fiction con attori al posto dei personaggi principali, ovvero Guerrina, la vittima, e padre Gratien Alabi, il carnefice, che secondo i giudici ha ucciso la donna perché stanco della sua ossessione amorosa nei suoi confronti. "Guerrina  – ha detto il legale del frate congolese – è stata rappresentata come una figura femminile provocante che avrebbe fatto cadere in tentazione padre Graziano, ma così non è, si tratta di un’interpretazione che nelle carte non esiste”. "Alabi – ribadisce – non ebbe una relazione sentimentale con Guerrina".

"Lo strozzamento non è nella sentenza"

“L’aggressione in canonica, poi, con il presunto strozzamento della Piscaglia, non è nella sentenza e qualora si volesse rappresentare una situazione del genere, si dovrebbe anche dire che in canonica c’erano altri due religiosi”, aggiunge l’avvocato.  La difesa del religioso, che neanche la sentenza definitiva ha ridotto allo stato laicale, è intenzionata a chiedere la revisione del processo. Per questo ha prodotto alcuni elementi che potrebbero, secondo l'avvocato Angeletti, mettere in discussione la ricostruzione processuale. Si tratterebbe di una perizia inedita sui contatti telefonici (“non furono affatto 4000 tra Gratien e Guerrina”) e due nuovi testimoni.

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