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Facebook ha cancellato la pagina Facebook di Altaforte Edizioni: “Incita all’odio”

La pagina Facebook di Altaforte Edizioni – casa editrice legata a Casa Pound e alla destra sovranista italiana – è stata cancellata da Facebook per aver pubblicato contenuti che incitano all’odio. Il suo responsabile lo scorso anno rivendicò in un’intervista: Io sono un fascista, l’antifascismo è il vero male di questo Paese”.
A cura di Davide Falcioni
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La pagina Facebook di Altaforte Edizioni è stata cancellata da Facebook per aver pubblicato contenuti che incitano all’odio. A darne notizia il sito web Il Primato Nazionale, parlando di "bavaglio alla cultura": "A tutto dovrebbe esserci un limite, in particolare alla pericolosa deriva censoria. Eppure Facebook ha deciso arbitrariamente di far calare la mannaia anche su una casa editrice. Già, la ‘policy' politicamente corretta del social network ha infatti colpito la pagina  cancellandola a quanto pare definitivamente".

Altaforte Edizioni è una casa editrice vicina a Casa Pound e alla galassia dell'estrema destra sovranista: il  responsabile Francesco Polacchi è stato lo scorso anno indagato dalla Procura della Repubblica di Torino, che lo accusava di apologia di fascismo. A denunciarlo la sindaca di Torino e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, dopo le frasi dell'esponente dell'estrema destra pronunciate nel corso di un'intervista radiofonica: "Io sono un fascista" e  "l'antifascismo è il vero male di questo Paese", disse Polacchi.

Già nel 2019 Altaforte Edizioni era stata protagonista di una polemica in vista di una sua partecipazione – poi annullata – al Salone del Libro di Torino, la più importante fiera dell'editoria italiana. La presenza della casa editrice, con un libro-intervista sull’allora ministro degli interni Matteo Salvini, aveva portato alla rinuncia dello scrittore Christian Raimo, collaboratore del direttore del festival Nicola Lagioia, al boicottaggio di altri intellettuali e scrittori, come il fumettista Zerocalcare, il collettivo Wu Ming e lo storico Carlo Ginzburg, e a molte critiche anche internazionali. In seguito a quella vicenda l'edizione 2020 del Festiva del Libro non hanno neppure invitato la casa editrice.

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