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Eurofighter caduto in Sicilia, morto il pilota

Eurofighter precipitato, generale Landi: “Emergenza improvvisa: pilota non ha potuto far nulla”

Cosa è successo all’Eurofighter caduto a Trapani e cosa potrebbe aver provocato l’incidente in cui ha perso la vita il pilota Fabio Antonio Altruda. Lo spiega a Fanpage.it il generale Carlo Landi.
Intervista a Generale Carlo Landi
Ex comandante del Reparto Sperimentale di Volo dell’Aeronautica Militare, investigatore di incidenti aerei, nonché organizzatore dell’associazione “Volare Sicuri”
A cura di Chiara Ammendola
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Fabio Antonio Altruda
Fabio Antonio Altruda
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Sono stati trovati tra i rottami del velivolo, i resti di Fabio Antonio Altruda, il pilota 33enne originario della provincia di Caserta, morto nell'incidente avvenuto ieri pomeriggio a Trapani. L’Eurofighter del 37° Stormo di Trapani, che stava pilotando per una missione di addestramento, è infatti precipitato poco prima dell'atterraggio. Il velivolo, in linea da alcuni anni ma punta di diamante dell'Aeronautica Militare è precipitato al suolo a circa 5 miglia a sud-est della base aerea di appartenenza, in località Locogrande, a pochi chilometri a Nord di Marsala.

Fabio Antonio Altruda, pilota esperto e con alle spalle centinaia di ore di volo, non ha fatto in tempo a lanciarsi così come confermerebbe anche il cadavere ritrovato tra i rottomi. “Se Altruda non si è lanciato potrebbe averlo fatto per due motivi – spiega a Fanpage.it il generale Carlo Landi, ex comandante del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica Militare, qualificato investigatore incidenti – ovvero che sia rimasto a bordo del velivolo per dirigerlo in una zona disabitata oppure che l'emergenza che ha causato l'incidente sia stata così repentina che non gli abbia consentito nemmeno di arrivare alla maniglia”.

Generale un Eurofighter è precipitato durante una missione di addestramento provocando la morte del pilota, Fabio Antonio Altruda: cosa è successo?
Come dico sempre c'è un tempo per ogni cosa, questo è innanzitutto il tempo del cordoglio per un pilota, ma soprattutto un uomo che aveva la passione per il volo e che aveva scelto di essere al servizio dello Stato. Con le sue capacità avrebbe potuto scegliere di andare altrove e invece ha scelto di restare e servire tutti noi. E se può essere di aiuto per la famiglia sapere che il loro figlio è morto facendo qualcosa che amava e di altissima professionalità, dunque facendo una cosa nobile. Poi certo è importante, soprattutto per chi si occupa di sicurezza, individuare le cause.

Il generale Carlo Landi
Il generale Carlo Landi

Quali pensa che possano essere le cause di questo incidente? 
Per le cause bisognerà aspettare: l'aeroplano è dotato di ogni tipo di sistema di registrazione possibile, inoltre era in contatto con la torre di controllo che ha a sua volta un sistema di registrazione delle comunicazioni che giungono dai velivoli. E questi sono gli elementi fondamentali, dai quali partire per mettere insieme il puzzle e individuare le cause, per evitare che avvengano di nuovo incidenti di questo tipo.

Su cosa sarà necessario concentrarsi per capire cosa abbia provocato l'incidente?
L'azione penale è un'azione obbligatoria e in questo senso la procura di Trapani ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabili, poi ci sarà l'inchiesta dell'Aeronautica Militare che ha lo scopo di capire cosa sia accaduto con lo scopo di evitare che avvengano questi incidenti. Le cause che hanno portato all'incidente possono essere anche lontanissime, non possiamo saperlo: una investigazione di sicurezza del volo seria guarda non solo a quelle che vengono definite cause immediate ma anche alle cosiddette cause latenti che capita emergano appunto in circostanze di questo tipo.

Quali sono le cause immediate e quali quelle latenti in questo caso? 
È difficilissimo ora dire cosa abbia provocato l'incidente. Il pilota era esperto, aveva centinaia di ore di volo, anche e soprattutto sul tipo di caccia che è precipitato. Il velivolo stesso è un modello moderno, la punta di diamante dell'Aeronautica Militare insieme all'F35 nella difesa aerea, anche se entrato in linea da pochi anni. Inoltre si trattava di un volo operativo tra i più tranquilli e standardizzati, ovvero di addestramento, e le procedure affinché venisse completato in maniera corretta c'erano tutte e suppongo siano anche state applicate.

Quello che sappiamo al momento è che il pilota stava rientrando alla base, era a circa 2-3 chilometri dall'atterraggio, quindi si stava preparando ad atterrare ma non era ancora in quella fase, quando deve essere successo qualcosa di improvviso, ma al momento non sappiamo se abbia comunicato eventuali avarie e soprattutto non sappiamo se abbia usato o meno il seggiolino di emergenza.

È probabile, stando alle prime informazioni, che non lo abbia usato per lanciarsi: perché una scelta di questo tipo? 
Su questo dobbiamo ancora avere conferme, ma secondo quanto ho letto finora i resti del pilota sono stati trovati tra i rottami del velivolo e questo significherebbe che no, non ha usato il seggiolino. E se così dovesse essere potrebbe esserci due ipotesi: che abbia cercato di rimanere a bordo del velivolo per dirigerlo in una zona disabitata oppure che l'emergenza sia stata così repentina che non gli abbia consentito nemmeno di arrivare alla maniglia. E in quei momenti lì l'unica cosa a cui pensi è non fare del male a nessuno, non pensi alla tua vita.

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