Esplosione in una palazzina a Torino, la sorella di Zippo voleva costringerlo a confessare: “Arriveranno a te”

Si è consegnato alle forze dell'ordine spinto dai familiari dopo aver fatto esplodere una palazzina a Torino. La sera del disastro avrebbe dovuto sorvegliare i quartieri di San Paolo e San Donato, ma non era lì. L'ex vigilante di Securitalia, Giovanni Zippo, avrebbe fatto perdere il segnale nella notte tra domenica e lunedì scorsi, riaccendendo il suo Gps solo alle 4.07. Alla fine si è comunque ritrovato stretto nella morsa delle indagini che, a passo sempre più spedito, stavano arrivando a lui. L'uomo è ora in stato di arresto per l'esplosione al quinto piano di via Nizza 389.
Il 40enne voleva colpire Maddalina Ionela Hagiu, inquilina dello stabile della quale era invaghito. Lei lo aveva respinto e Zippo aveva deciso di "vendicarsi". Per questo, dopo aver sparso della benzina, ha dato fuoco alla palazzina, uccidendo però il vicino di casa della donna, il 33enne Jacopo Peretti.

Come hanno fatto le autorità ad arrivare a Zippo
Dopo l'esplosione in via Nizza, Zippo si era recato al Cto con ustioni a gambe, braccia, viso e mani causate dalla vampata della benzina che lui stesso aveva incendiato. Ai medici non aveva raccontato la verità e aveva giustificato le ferite attribuendole a un incidente domestico con l'olio bollente.
Sono stati i colleghi di lavoro ad accorgersi invece che quelle ferite potevano essere collegate alla tragedia. "La mattina dopo lo scoppio l'ho incontrato – ha ricordato un collega – e aveva il volto tumefatto. Mi disse che era caduto dalle scale alla stazione di Grugliasco, perché la sera dell'esplosione doveva essere in servizio. Le lesioni mi sono sembrate subito incompatibili con un incidente. Il datore di lavoro aveva chiesto a Zippo di mettersi in malattia, ma lui aveva rifiutato e si era presentato in servizio".
I dubbi dei colleghi vigilantes hanno trovato poi conferma nella telefonata della sorella di Zippo, avvenuta 24 ore dopo l'esplosione. "Tutti sapevamo che in quella strada abitava Magdalina, che avevano avuto una storia e che lei l'aveva conclusa" ha ricordato davanti alle forze dell'ordine un altro collega, che ha poi spiegato di essere stato "convocato" dalla sorella di Cippo con altri vigilantes considerati amici dal 40enne.
In questo modo, la donna avrebbe cercato di spingere il fratello a dire loro la verità. Il 40enne ha ammesso le sue colpe soltanto quando ha capito che nell'incendio vi erano due bambini gravemente feriti e una vittima. "Mi vergogno per me e per tutti voi" avrebbe detto alla madre e agli amici, prima di convincersi a parlare con le forze dell'ordine. "Consegnati alla polizia, tanto arriveranno a te".
La testimonianza di Magdalina Ionela Hagiu
La donna ha subito parlato alle forze dell'ordine di Zippo e il suo racconto è stato confermato dal fidanzato, che ha ricordato anche una denuncia contro di lui nel 2024. "Qualcuno aveva bucato gli pneumatici della nostra macchina e sapevamo che era lui" spiegano, descrivendo il 40enne. L'identikit fornito e le immagini delle telecamere di videosorveglianza del pronto soccorso hanno fatto il resto.
Due giorni dopo i fatti, il 3 luglio, Zippo è stato costretto a tornare in ospedale e questa volta è stato ricoverato. I colleghi hanno cercato di convincerlo a costituirsi, ma la polizia ha anticipato qualsiasi azione del 40enne, arrivando in ospedale sabato pomeriggio.