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Emily morta a 8 anni in slittino, il papà: “Se il divieto in italiano ora sarebbe viva”

“Mia moglie vedendo la pista non voleva scendere da lì” ha raccontato l’uomo, ribadendo di non aver visto quel piccolo simbolo di divieto ma solo la scritta in tedesco incomprensibile. “Se mi fossi accorto del divieto avrei detto a mia moglie di non scendere” ha assicurato il papà della piccola Emily.
A cura di Antonio Palma
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"Se il cartello di divieto fosse stato in italiano ora mia figlia sarebbe viva" , è il grido di rabbia di Ciro Formisano,il papà della piccola Emily, la bimba emiliana di 8 anni morta la scorsa settimana a Renon, in Alto Adige, mentre scendeva insieme alla madre con uno slittino lungo una pista nera sulla quale era consentito transitare solo con gli sci. Ai microfoni del Tg1, l'operaio specializzato è tornato a ricostruire quei drammatici momenti che gli hanno portato via la sua amata piccola, puntando nuovamente il dito contro la segnaletica locale che era solo in tedesco. "Se il cartello fosse stato in italiano, sicuramente a mia moglie avrei detto ‘aspetta un attimo che le indicazioni ci dicono che tu lì non puoi stare che è un tratto pericoloso'" ha spiegato Formisano, ribadendo quello che va dicendo da giorni: "La tragedia si poteva evitare"

"Da tempo Emily mi chiedeva di portarla sulla neve ed era contentissima di stare lì e divertirsi con lo slittino" ha ricordato il padre della bimba  distrutto dal dolore per la terribile scomparsa. "Dopo la salita ci son poche decine di metri e inizia subito la discesa e mia moglie vedendola assolutamente non voleva scendere da lì" ha raccontato l'uomo, rivelando che la donna stava giocherellando con la figlia sulla spianata in attesa che il marito capisse quale fosse la direzione giusta. A indicare la strada solo quel cartello con la scritta in tedesco e il piccolo simbolo del divieto di usare lo slittino che la coppia non ha visto. Nell'incidente è rimasta ferita in maniera seria anche la madre di Emily, la 38enne Renata Dyakowska, che è ancora ricoverata in rianimazione all'ospedale di Bolzano e che ora, insieme al gestore dell'impianto, risulta indagata per omicidio colposo.

"Io e i miei operatori non ci sentiamo colpevoli per la tragedia" aveva già fatto sapere nei giorni scorsi Siegfried Wolfsgruber, presidente della società Funivie Corno del Renon, aggiungendo: “Purtroppo non erano preparate, non conoscevano il territorio: non possiamo mettere sulle piste personale 24 ore su 24”. “ "Se c’è un cartello solo in tedesco, c’è però anche il simbolo con l’indicazione del divieto" aveva spiegato, ricordando che “il cartello più importante è quello all’inizio, ed è anche in italiano: quello dove si dice che una pista da sci non è una pista da slitte".  "I cartelli ci sono. Abbiamo protezioni e cartelli ovunque, di informazioni e indicazioni ce ne sono e più ce ne sono più le gente non le rispetta.. Il problema si pone se la gente non li rispetta, se non li guarda. Mi dispiace che una persona sia stata colpita perché non si è resa conto del pericolo” aveva ribadito Wolfsgruber. Ora però dall'impianto pare abbino deciso i rimuovere il vecchio cartello per metterne un altro più chiaro e con la scritta anche in italiano.

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