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Morte Emily, il responsabile della pista: “Il simbolo del divieto c’è. Non ci sentiamo colpevoli”

Parla Siegfried Wolfsgruber, il presidente della società Funivie Corno del Renon indagato per omicidio colposo, come la mamma della bimba morta venerdì in Trentino. “I cartelli presenti sono sufficienti. Se c’è un cartello solo in tedesco, c’è però anche il simbolo con l’indicazione del divieto” dice.
A cura di Biagio Chiariello
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 “Io e i miei operatori non ci sentiamo colpevoli” per la tragedia di Emily Formisano. A parlare è Siegfried Wolfsgruber, presidente della società Funivie Corno del Renon, indagato per omicidio colposo come anche la mamma della bimba di 8 anni, morta durante una discesa in slittino venerdì in Trentino. Secondo le ricostruzioni, madre e figlia sono salite con la cabinovia fino in cima, invece di fermarsi all’inizio del percorso intermedio. In vetta, avrebbero imboccato una pista nera, molto ripida e quindi non adatta agli slittini. Hanno impattato ad altissima velocità contro un albero: Emily è morta sul colpo, Renata Dyakowska, 38 anni, è ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Bolzano. “Purtroppo non erano preparate, non conoscevano il territorio: non possiamo mettere sulle piste personale 24 ore su 24” dice il responsabile legale della società del comprensorio alto atesino.

La pista è stata messa sotto sequestro dopo la tragedia. Sotto accusa ci sono i cartelli che indicano il divieto di scendere con lo slittino: sarebbero solo in tedesco: “I cartelli presenti sono sufficienti – afferma Wolfsgruber –. Se c’è un cartello solo in tedesco, c’è però anche il simbolo con l’indicazione del divieto”. E spiega: “Il cartello più importante è quello all’inizio, ed è anche in italiano: quello dove si dice che una pista da sci non è una pista da slitte. Abbiamo protezioni e cartelli ovunque, di informazioni ce ne sono, e più ce ne sono più le gente non rispetta le indicazioni”. Wolfsgruber  ribadisce: “I cartelli ci sono. Il problema si pone se la gente non li rispetta, se non li guarda. Mi dispiace che una persona sia stata colpita perchè non si è resa conto del pericolo”.

Oggi riaprono le scuole. Sul banco di Emily, nella scuola Cà Bianca di Reggio, ci sarà un giglio bianco “La difficoltà sarà dare delle risposte ai genitori, più ancora che ai bambini – spiega il dirigente scolastico Bruno Scacchetti –. Anche per questo oggi anch’io sarò in classe. Perché sono gli adulti che si interrogano, senza darsi pace, sul senso della vita e della morte. D’altronde come si fa a dare un senso razionale a qualcosa del genere. Ho letto della polemica dei cartelli. Ma se anche fosse così, la realtà è che oggi Emily non c’è più. Mentre ieri c’era”.

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