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Emilio Fede: “Sono stato arrestato come il peggiore dei delinquenti”

L’ex direttore del Tg arrestato ieri sera in un ristorante di Napoli: “È stato terrorizzante. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizioni per i servizi sociali. In un ristorante si sono presentati un capitano dei carabinieri, peraltro gentilissimo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquenti”.
A cura di Davide Falcioni
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"È stato terrorizzante. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizioni per i servizi sociali. In un ristorante si sono presentati un capitano dei carabinieri, peraltro gentilissimo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquenti". A raccontarlo all'Ansa Emilio Fede, arrestato ieri sera a Napoli mentre stava mangiando una pizza insieme alla moglie Diana De Feo in un ristorante della città. A seguito di una condanna Emilio Fede, dopo avere scontato 7 mesi ai domiciliari, avrebbe dovuto completare la pena inflittagli con 4 anni di servizi sociali. Il giornalista ha comunicato il suo spostamento ai carabinieri di Segrate, ma sarebbe partito alla volta di Napoli prima di ricevere il via libera: per questa ragione è stato arrestato con l'accusa di evasione.

Emilio Fede era appena arrivato a Napoli su invito di un gruppo di suoi amici giornalisti con i quali avrebbe dovuto festeggiare il compleanno, l'89esimo, che cade proprio domani. Mentre stava cenando con la mogli dei carabinieri in borghese sono entrati nel locale, l'hanno avvicinato e gli hanno intimato di tornare in hotel. Fede, contattato telefonicamente, ha parlato proprio da un albergo del lungomare. "Sei giorni fa, – ha spiegato l'ex direttore del TG4 – il Tribunale di sorveglianza di Milano, precisamente il magistrato La Rocca, mi ha comunicato che mi era stata concessa una liberazione anticipata. Sono proprio cose da pazzi, stavo mangiando una pizza con mia moglie ed ero appena arrivato a Napoli". "Pensi – sottolinea il giornalista – che mi è stato addirittura negato di aprire la finestra. Voglio ricordare che sono caduto e adesso cammino appoggiandomi su un bastone. Immagini quanto posso essere pericoloso. Sono dispiaciuto per la giustizia e per la vita sociale visto che non posso neppure affacciarmi alla finestra".

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