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Emanuele Scieri vittima di nonnismo: spunta quinto indagato, ufficiale della Folgore

Tra i cinque indagati della Procura di Pisa figurano i tre ex commilitoni di Scieri autori degli atti di nonnismo, già finiti a processo nell’ambito dell’inchiesta della procura militare di Roma, ma anche un quarto militare e quello che allora era il comandante della Folgore, il generale Enrico Celentano.
A cura di Antonio Palma
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A venti anni dalla morte di Emanuele Scieri si sono finalmente chiuse le indagini della magistratura ordinaria sul decesso del giovane militare morto durante il servizio di leva il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. Questa mattina infatti la polizia ha notificato a cinque persone l'avviso di conclusione delle indagini preliminari condotte dalla squadra Mobile di Firenze e dalla sezione di pg della polizia della procura pisana. Tra i cinque indagati figurano i tre ex commilitoni di Scieri, già finiti a processo nell’ambito dell’inchiesta della procura militare di Roma, ma anche un quarto miliare e quello che allora era il comandante della Folgore, il generale Enrico Celentano.

I nomi sono quelli già noti dell’allora caporale e capo camerata Alessandro Panella, 41enne di Cerveteri, di Andrea Antico, caporal maggiore capo scelto e l’unico ancora in servizio nell’Esercito, e Luigi Zabara, già caporale dell’Esercito in congedo. Per questi tre la magistratura militare ha già chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso con udienza fissata al 17 luglio prossimo. A questi si aggiungono i nomi dell’ex comandante della Folgore in pensione, il generale Enrico Celentano al quale viene contestato di aver reso false dichiarazioni al pm, e un altro militare in congedo.

Il nuovo indagato sarebbe un ufficiale in congedo della Brigata Folgore che, secondo i magistrati inquirenti, avrebbe telefonato a Panella poco dopo il ritrovamento del cadavere di  Emanuele Scieri proprio per parlare del fatto. Secondo l’accusa, durante il colloquio telefonico i due avrebbero pensato a una possibile strategia difensiva e probabilmente anche a tentare di sviare le indagini. Per questo gli viene contestato il reato di favoreggiamento.

I tre imputati principali però restano i tre caporali che, secondo l’accusa, avrebbero provocato la morte di Scieri con atti di nonnismo. Lo avrebbero colpito con pugni sulla schiena schiacciandogli le dita delle mani con gli anfibi, prima di costringerlo ad arrampicarsi sulla scala di sicurezza della vicina torre di prosciugamento dei paracadute dove il militare cadde. A provocare quella caduta, sempre secondo gli inquirenti, colpi inferi con violenza proprio per fargli perdere la presa. Infine i caporali avrebbero abbandonato il corpo di Scieri agonizzante sul posto pur sapendo che era ancora vivo.

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