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Emanuela, morta di parto a 42 anni. Il marito: “L’ho lasciata che stava cenando, voglio la verità”

A sette mesi dalla morte della moglie Emanuela Paolinelli per parto, il marito Federico Sereni torna a denunciare: “Voglio sapere cos’è successo quella sera dopo che alle 19,25 sono uscito dalla stanza dopo aver parlato con mia moglie che aveva le contrazioni. L’ho lasciata che stava cenando in attesa del parto indotto e alle 22,30 era morta”.
A cura di Ida Artiaco
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"Voglio sapere cos’è successo quella sera dopo che alle 19,25 sono uscito dalla stanza dopo aver parlato con mia moglie che aveva le contrazioni". Federico Sereni è ancora incredulo per quanto successo alla moglie Emanuela Paolinelli, originaria di Mastiano, in Toscana, morta a dicembre scorso di parto a soli 42 anni. L'uomo è tornato a parlare al quotidiano Il Tirreno per chiedere che venga fatta luce sul decesso della moglie, mentre continuano le indagini per identificare eventuali responsabili. A risultarle fatale, in base al primo riscontro dell’autopsia disposta dalla Procura, sarebbe stata un'embolia polmonare verificatasi in correlazione con l'imminente nascita della sua bambina, che è invece riuscita a sopravvivere anche se è ricoverata da quasi sette mesi nel reparto di neonatologia di Pisa. Ma i punti oscuri della vicenda restano molti.

"L'ho lasciata che stava cenando in attesa del parto indotto e alle 22,30 era morta – ha continuato il marito al quotidiano toscano -. Lo stesso primario Gianluca Bracco, che ha seguito mia moglie durante tutta la fase della gestazione in cui ha manifestato una forma di diabete, non riesce a capire cosa è successo in quel lasso di tempo che va dalle 20,55 al cesareo eseguito d’urgenza sino al decesso. Tra quattro giorni sono sette mesi che Emanuela non c’è più. Mi sono fatto tante domande e pretendo di avere delle risposte. Perché se fosse stato commesso un errore nella procedura questo errore non deve più accadere e se c’è qualcosa da correggere va corretto. Nessun altro marito o genitore deve subire una sofferenza indicibile come quella che è capitata a me e alla mia famiglia. Ci tengo a dire una cosa: voglio ringraziare di cuore il professor Filippi e la sua squadra di medici, infermieri e personale sanitario che si occupa di mia figlia come se fosse una loro figlia mettendo al primo posto un’umanità e una professionalità che, nonostante ciò che mi è accaduto, mi fanno continuare a credere nella sanità italiana e nelle sue eccellenze".

Intanto, continuano le analisi sulla morte di Emanuela. È in corso l’indagine della procura con dieci persone indagate, tra medici e personale sanitario presente in reparto al momento del decesso di Emanuela Paolinelli, che va avanti per capire cosa è esattamente accaduto. Inoltre, la famiglia della 42enne ha raccolto fondi per un valore totale di tredicimila euro che ha destinato alla ricerca sulle malattie neonatali ed in particolare alla Neonatologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, gestita dal professor Luca Filippi.

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