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Detenuto incappucciato e pestato dagli agenti: le immagini della tortura in carcere a Reggio Emilia

I fatti risalgono allo scorso 3 aprile. Ora è stato diffuso il filmato nel quale si vede l’uomo, un tunisino quarantenne, incappucciato e massacrato di botte da almeno 10 agenti, ora rinviati a giudizio per i reati di tortura, lesioni e falso. Il legale della difesa: “Immagini agghiaccianti”
A cura di Biagio Chiariello
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Un detenuto è stato brutalmente aggredito da agenti della polizia penitenziaria nell'istituto di Reggio Emilia. Il pestaggio è avvenuto il 3 aprile 2023 in un corridoio del carcere emiliano ed ora il pm della procura locale, Maria Rita Pantani, ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci agenti accusati, a vario titolo, di tortura, lesioni e falso. L’udienza preliminare è stata fissata per il 14 marzo davanti alla Gup Silvia Guareschi.

È l'Ansa a pubblicare le terribili immagini di quanto avvenuto, riprese da una telecamera di videosorveglianza interna nel carcere di Reggio Emilia. Qualcosa di "brutale, feroce e assolutamente sproporzionato rispetto al comportamento del detenuto", aveva scritto il Gip Luca Ramponi che a luglio ha emesso un'ordinanza di interdizione dal servizio per gli indagati.

Il malcapitato è un 40enne di origini tunisine. Il pestaggio è durato circa 10 minuti ed è avvenuto in due fasi, circa sette nel corridoio e poi sulla porta della cella, dopo che il detenuto era stato sanzionato con l’isolamento per aver violato il regolamento.

Nel video si vede l'uomo, incappucciato, costretto a pancia a terra con uno sgambetto, quindi preso a pugni sul volto e sul petto. A quel punto, calpestato e trattenuto per braccia e gambe dagli agenti della polizia penitenziaria che lo trascinano verso la sua cella. Poco prima di spingerlo dentro, il detenuto viene anche spogliato dai poliziotti.

Stando a quanto ricostruito dall’agenzia di stampa, il detenuto rimasto per oltre un’ora in cella senza ricevere assistenza medica nonostante le richieste d’aiuto. A quel punto avrebbe rotto il lavandino della cella con l'obiettivo di attirare l’attenzione, cominciando a ferirsi coi cocci. Il filmato in questione, di fatti, si conclude con un’immagine forte: del sangue scorre lungo il corridoio del penitenziario.

L'uomo ha presentato denuncia ed è stata avviata l’indagine sul caso. "Sono immagini agghiaccianti e inaccettabili – ha commentato Luca Sebastiani, avvocato del detenuto – una violenza gratuita contro un uomo solo, privato della libertà, incappucciato, ammanettato e a terra. Ci tengo a sottolineare il lavoro della Procura di Reggio Emilia, che con la dovuta tempestività e determinazione ha svolto le indagini ed estrapolato quanto ripreso dalle telecamere interne, che altrimenti avremmo perso".

Anche Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, ha commentato le immagini. "Ricordano quelle di Santa Maria Capua Vetere e di altri casi di questo tipo – ha affermato l'avvocata Simona Filippi – L'associazione aveva depositato un esposto per questo fatto specifico e ci sarà all'udienza di marzo per costituirsi parte civile. Stiamo seguendo questi casi dal 2017, da quando è stato introdotto il reato di tortura, e anche prima: per un fatto così atroce, che è quello che si legge nel capo di imputazione, supportato dal terribile video, saremo presenti.

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