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Denunciò lo sfruttamento in un call center: Michela, Cavaliere della Repubblica, trova lavoro

Aveva denunciato le condizioni di sfruttamento all’interno del call center nel quale lavorava a progetto. Dopo la chiusura dovuta alla denuncia di condizioni di lavoro terribili, Michela Piccione è stata nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella e ora ha ricevuto una proposta da lavoratrice dipendente per la Tim.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Michela Piccione (da Facebook)
Michela Piccione (da Facebook)

Denunciò lo sfruttamento in un call center di Taranto in cui era impiegata, poi chiuso dopo un esposto presentato con la Slc Cgil. "Da ex sfruttata in un call center a Cavaliere della Repubblica dopo la sua coraggiosa denuncia" hanno commentato Riccardo Saccone, Nicola Di Ceglie e Andrea Lumino della Slc Cgil nazionale, regionale e di Taranto. Infatti Michela Piccione, in seguito alla sua denuncia, è stata nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella insieme ad altre 35 persone. La nomina è arrivata pochi giorni fa, ma ora, in aggiunta all'onorificenza, è arrivata anche un'offerta di lavoro stabile. A farla è stata la Tim, che ha proposto alla ragazza un lavoro stabile da subordinata.

Michela aveva denunciato condizioni terribili nel call center di Taranto nel quale lavorava da precaria. Le operatrici ricevevano paghe da fame: 33 centesimi fino a un massimo di 1,18 euro l'ora, con tagli in caso di assenze di anche solo tre minuti per andare in bagno. Secondo i sindacalisti, il lieto fine di Michela è la dimostrazione che esiste ancora un'alternativa alla precarietà e allo sfruttamento. "Il sindacato deve essere vicino alle4 tante Michela che avrebbero anche il coraggio di non piegare la testa, ma che non sempre trovano qualcuno che le sostenga nella loro lotta" spiegano ancora Saccone, Di Ceglie e Lumino della Slc Cgil nazionale, regionale e di Taranto. Ringraziano poi anche l'azienda, che ha fatto un passo importante con la proposta di un lavoro a Michela. "Tutto questo deve essere il suggello di un nuovo patto che veda anche le committenze sempre più impegnate affinché gli appalti siano gestiti con rispetto e dignità per lavoratrici e lavoratori", spiegano.

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L'offerta di lavoro arriva dopo la denuncia che Michela ha fatto senza grandi esitazioni: 33 centesimi l'ora all'interno dell'impresa che gestiva le commesse del colosso Tim in un sottoscala. Chiedeva finanche i soldi per la carta igienica alle lavoratrici. Lei ha convinto altre venti colleghe a seguirla nella sua battaglia, affidandosi al sindacato che le ha spalleggiate. La ragazza era lavoratrice precaria dall'età di 18 anni e ora, a 36 anni, ha ottenuto un lavoro da dipendente e un'onorificenza per il suo coraggio e senso di giustizia.

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