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Crollo ponte Morandi a Genova

Crollo ponte Morandi, perché gli sfollati dovranno continuare a pagare il mutuo

Le 300 famiglie sfollate dai palazzi sottostanti il ponte Morandi di Genova, crollato parzialmente lo scorso 14 agosto, dovranno continuare a pagare il mutuo anche se le loro case verranno demolite. Non basta la sospensione del pagamento effettuata da alcuni istituti bancari: serve un decreto del governo che preveda l’annullamento definitivo. Ecco perché.
A cura di Ida Artiaco
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Oltre al danno anche la beffa. Gli oltre 600 sfollati dalla case sottostanti il ponte Morandi di Genova, crollato parzialmente lo scorso 14 agosto, dovranno continuare pagare il mutuo nonostante l'evacuazione forzata, decisa per evitare pericoli in caso di nuovi eventuali cedimenti e in vista della demolizione completa dell'infrastruttura, che con molta probabilità coinvolgerà anche i palazzi che si trovano nei dintorni. Nessuno sconto, dunque, per le 300 famiglie interessate. È questo, infatti, quanto previsto dalla legge italiana, dal momento che il mutuo è, per definizione, la restituzione della cifra che una banca ha già consegnato a un'altra, per cui il debito va saldato. A meno che non si abbia una qualche forma di copertura assicurativa, come ha specificato al quotidiano La Repubblica Aldo Bissi, collaboratore di Ridare, portale di Giuffrè Francis Lefebvre, che si occupa dei temi del risarcimento del danno e della responsabilità civile.

"L’obbligo di restituzione  – precisa Bissi – è indipendente rispetto alla perdurante esistenza del bene che si è acquistato impiegando la somma mutuata. Nel caso che ci occupa, dunque, il mutuatario rimane obbligato a provvedere al pagamento delle rate di mutuo anche nell’ipotesi di perimento totale del bene immobile".

È vero che alcuni istituti bancari, come Unicredit e Carige, hanno già reso operativa la sospensione dei pagamenti dei mutui delle famiglie sfollate di Genova per un anno. Ma è altrettanto vero che al termine di questo periodo bisognerà tornare a pagare. La stessa Abi, l'Associazione bancaria italiana, ha specificato che il congelamento è inteso "fino al perdurare dello stato di emergenza" e che la sospensione è scattata anche in termini più generali "attraverso una apposita ordinanza della Protezione civile del 20 agosto, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 22 agosto", riprendendo un accordo del 2015, stipulato per "contribuire a far fronte tempestivamente ad eventi calamitosi". Ma si tratta, appunto, di una misura a tempo. Solo il governo può porre rimedio a questa situazione. Come? Approvando una misura straordinaria che preveda l'annullamento dei mutui per le case degli sfollati. Richiesta effettuata anche da Graziano Del Rio, ex ministro dei Trasporti, al suo successore, Danilo Toninelli: "Ci aspettavamo proposte concrete: una legge speciale per Genova, un decreto per non far pagare i mutui delle case danneggiate, una zona economica speciale per il porto. Niente di tutto questo, dal governo solo propaganda".

Intanto, il Comune di Genova ha reso noto l'elenco degli appartamenti messi a disposizione dai privati ai cittadini genovesi sfollati dopo il crollo del viadotto Polcevera. Nella lista ci sono abitazioni considerate funzionali alle esigenze dei cittadini sfollati da via Porro e via Del Campasso, ubicate in prevalenza in Valpolcevera, Certosa, Rivarolo, Teglia, Sampierdarena, in quartieri il più possibile vicini a via Fillak, ma anche alcune curiosità. Alcune offerte sono state rifiutate. C'è chi aveva proposto per gli sfollati abitazioni a Ginevra, Grenoble e Saint Tropez. Gli uffici del Comune stanno cercando di creare i giusti abbinamenti tra le famiglie di sfollati e i proprietari degli alloggi a disposizione.

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