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Cristiana Capecchi, morta in ospedale dopo essere stata dimessa 3 volte: 3 medici indagati

Tre medici dell’ospedale San Jacopo di Pistoia sono indagati per la morte di Cristiana Capecchi, la ventottenne deceduta in ospedale il 24 febbraio dopo una crisi respiratoria. Nei giorni precedenti la giovane si era recata al pronto soccorso tre volte ma era sempre stata dimessa. Lunedì l’autopsia.
A cura di Susanna Picone
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Proseguono le indagini sulla morte di Cristiana Capecchi, la giovane di ventotto anni deceduta lo scorso 24 febbraio all’ospedale San Jacopo di Pistoia. A quanto si apprende, tre medici del pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia sono stati raggiunti da avvisi di garanzia in previsione dell’autopsia sul corpo di Cristiana, rinviata a lunedì dopo che la procura ha disposto il sequestro della salma della ventottenne. L'avviso di garanzia sarebbe stato notificato perché i medici possano nominare propri consulenti per l'esame autoptico. In questa prima fase di indagini la procura di Pistoia avrebbe deciso di escludere i professionisti che hanno solo eseguito accertamenti diagnostici sulla giovane paziente.

Ascoltati familiari e medico di famiglia – Cristiana Capecchi nei giorni precedenti al decesso era stata altre tre volte al pronto soccorso del San Jacopo e ogni volta era stata rimandata a casa dopo visite e controlli medici. Pare che la giovane non stesse bene da almeno una ventina di giorni, colpita da una forte bronchite. A quanto si apprende, si era rivolta anche alla guardia medica e al medico di famiglia. Quest’ultimo negli ultimi giorni è stato ascoltato insieme ai familiari della giovane donna. Sulla vicenda l'Asl Toscana Centro ha aperto subito un'indagine interna.

Il sequestro della salma – Nei giorni scorsi l'iniziativa della procura di Pistoia di sequestrare la salma di Cristiana Capecchi ha bloccato il riscontro diagnostico che la stessa Azienda Usl Toscana Centro avrebbe voluto fare sul cadavere della ventottenne. “Non è stato possibile procedere secondo il nostro piano di approfondimento – aveva spiegato in una conferenza stampa il direttore generale della Asl Paolo Morello Marchese – perché stamani abbiamo ricevuto da parte dell'autorità giudiziaria il sequestro della salma”. Il sequestro è scattato per le indagini medico-legali che la stessa procura vuole svolgere per chiarire le cause della morte e stabilire se ci sono responsabilità mediche.

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