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Covid, Cartabellotta (Gimbe) a Fanpage: “Il prossimo autunno porteremo ancora le mascherine”

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a Fanpage.it sugli scenari per il prossimo autunno/inverno: “Immaginarlo senza mascherine è molto difficile, perché abbiamo a che fare adesso con varianti Covid più contagiose di quelle che conoscevamo prima”.
A cura di Ida Artiaco
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"L'ipotesi che noi il prossimo autunno/inverno possiamo immaginarlo senza mascherine è molto difficile, perché abbiamo a che fare adesso con varianti più contagiose di quelle che conoscevamo prima. La diffusione del contagio si argina con mezzi che conosciamo, mascherine e vaccini: compenetrando insieme queste due strategie, immagino che nei prossimi mesi non ci sarà bisogno di alcuna restrizione, tenendo conto della capacità protettiva delle prime e della protezione contro la malattia grave dei secondi". A parlare è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che in una diretta sul canale YouTube di Fanpage.it ha fatto il punto della situazione Covid in Italia e delineato i possibili scenari che potrebbero concretizzarsi nei prossimi mesi.

Per capire come l'emergenza sanitaria potrà evolvere nei prossimi mesi è importante tenere sott'occhio le nuove varianti Covid, in particolare le sottovarianti di Omicron, la Ba.4 e la Ba.5, che pare siano alla base di un aumento dei contagi in Sudafrica e in Portogallo. "I sistemi sanitari sono allertati, bisognerebbe fare anche in Italia delle flash survey come quelle che fa l'Istituto superiore di Sanità ma più ravvicinate perché l'ultima risale al 3 maggio, è passato un mese e verosimilmente Ba.4 e Ba.5 stanno circolando anche da noi – ha spiegato Cartabellotta -. Sappiamo che sono più contagiose di un 10/15% in più rispetto alla Ba.2 dai dati che abbiamo raccolto finora dal Sudafrica e anche dal Portogallo, inoltre hanno una capacità molto elevata di evadere la risposta immunitaria sia da vaccino che da infezione naturale con conseguente maggiore probabilità di reinfezione. E questo già si vede con i numeri attuali: al momento la percentuale di reinfezione è al 6% negli ultimi due mesi. Vedremo – non sappiamo ancora quando – un aumento del numero dei casi, ma dai dati che abbiamo l'impatto sull'ospedalizzazione è relativamente modesto. È probabile che l'evoluzione post-Delta stia portando a varianti più contagiose e meno gravi. Questo disegna anche le politiche sanitarie da mettere in atto".

Sugli scenari che potremo trovare ad affrontare nei prossimi mesi il presidente della Fondazione Gimbe ha spiegato: "A oggi gli scenari futuri dipenderanno in parte dall'evoluzione di queste varianti e in parte dalla nostra capacità di arginare la diffusione del contagio, perché è chiaro che un netto incremento dei casi costringerebbe a utilizzare i mezzi di protezione individuale in maniera più estensiva di quanto stiamo facendo adesso perché con un virus del genere, così contagioso, è inevitabile che in un ambiente chiuso o poco ventilato la probabilità di trasmissione virale sia molto elevata. Ancora oggi, nonostante siamo in una netta fase discendente della curva dei nuovi casi, abbiamo ancora 600mila persone attualmente positive, di cui la maggior parte è in isolamento domiciliare ma il tasso di positività è alto, intorno al 13%, quindi di virus in giro ancora ce ne è tanto. Tuttavia, grazie alla minore virulenza di Omicron e alle coperture vaccinali l'impatto sugli ospedali è enormemente più basso. Se le nuove varianti saranno tutte più contagiose, noi negli autunni/inverni dei prossimi anni avremo ondate sempre più basse. Per questo dico che non possiamo immaginare i prossimi mesi senza mascherine e richiami di vaccino".

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