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Cos’è Neptune Strike, l’esercitazione delle forze navali NATO in corso in questi giorni

L’esercitazione, spiega la NATO, è “una dimostrazione tangibile della potenza e della capacità dell’Alleanza nelle operazioni multi-ambito attraverso l’integrazione di capacità di guerra marittima di alto livello”.
A cura di Davide Falcioni
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Il simulatore di volo nella base di Grottaglie - Foto di Peppe Pace
Il simulatore di volo nella base di Grottaglie – Foto di Peppe Pace

Le forze navali di attacco e supporto della NATO stanno partecipando in questi giorni – dal 26 aprile al 10 maggio – al Neptune Strike 24-1, esercitazione che sta coinvolgendo le navi di 11 nazioni alleate e aerei provenienti da tutta l'Alleanza Atlantica. Uomini a mezzi stanno operando, come spiega una nota della NATO, "per dimostrare il duraturo impegno a favore della sovranità e della libertà". Si tratta di "una dimostrazione tangibile della potenza e della capacità dell'Alleanza nelle operazioni multi-ambito attraverso l’integrazione di capacità di guerra marittima di alto livello".

Neptune Strike fa parte del Progetto Neptune, concepito nel 2020 con il fine di "aumentare il ritmo e la flessibilità del comando e del controllo delle forze navali d'attacco e anfibie". Le attività, pianificate da tempo, si stanno svolgendo nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali e vedono la partecipazione di Albania, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia.

Quest'ultima sta prendendo parte all'esercitazione per la prima volta da quando ha aderito all'Alleanza. Ma le novità sono anche altre: pur non sottomettendosi all'autorità operativa della NATO, per la prima volta Ankara sta partecipando con un gruppo d'assalto navale completo che include anche forze anfibie. Inoltre, in questa edizione la NATO sta gestendo un Forward Command Element (FCE) a bordo di un'unità galleggiante "per dimostrare la sua capacità di dispiegare elementi di comando mobili autosufficienti, ovunque e in qualsiasi momento". Inoltre la Marina francese ha trasferito per la la prima volta l'autorità della portaerei Charles de Gaulle sotto il comando della NATO per tutta la durata del NEST.

In elicottero verso la portaerei Garibaldi - Foto di Peppe Pace
In elicottero verso la portaerei Garibaldi – Foto di Peppe Pace

La NATO in una nota ha chiarito che le manovre attualmente in corso "sono di natura difensiva e non sono dirette a nessun evento geopolitico attuale"; niente a che fare quindi né con la guerra in Ucraina né con quella a Gaza e le più ampie tensioni in Medio Oriente.

Neptune Strike 24-1 è stato concepito come strumento militare per proteggere i punti di strozzatura marittimi, per aumentare la deterrenza e la vigilanza e per incrementare la capacità della NATO di condurre operazioni di massa in diverse aree operative congiunte (Joint Operational Areas). Ciò significa che durante il NEST – spiega ancora la nota – "le unità operano in tutto il Mediterraneo e l'Adriatico, e unità aeree voleranno attraverso l'Europa (praticando il rifornimento aria-aria) per aprire il fuoco vivo nel Mar Baltico e nei poligoni di tiro in Polonia e Romania".

Al NEST stanno dunque partecipando:

  • 4 navi spagnole (compresa la nave di bandiera JUAN CARLOS1)
  • 4 navi francesi (tra cui la portaerei CHARLES de GAULLE)
  • 1 nave italiana (GlUSEPPE GARIBALDI)
  • 1 nave greca
  • 3 navi turche (tra cui la nave d'assalto anfibio ANADOLU)
  • 4 sottomarini (Grecia, Francia, Italia, Norvegia)
  • Un totale di 5.500 militari sotto bandiera NATO
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