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Cos’è l’allarme “anti-contromano” che poteva evitare la strage sull’autostrada A4: cosa non ha funzionato

Non appena l’81enne Egidio Ceriani si era immesso contromano sull’autostrada A4 sarebbe dovuto scattare un allarme. Invece nulla. Cinque minuti dopo il violento frontale tra due auto è costato la vita a quattro persone.
A cura di Giorgia Venturini
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Non sarebbero scattati gli allarmi "anti contromano" appena introdotti dal gestore dell’autostrada A4, Satap, quando l'81enne Egidio Ceriani la scorsa domenica ha fatto inversione al casello di Arluno e ha imboccato la rampa sbagliata. Ha guidato per cinque minuti lungo l'autostrada Torino-Milano causando il gravissimo incidente che ha portato alla porte di quattro persone, 81enne compreso. Eppure tutto poteva essere evitato perché sarebbe dovuto entrare in funzione un allarme pensato per evitare le manovre in contromano. Anche su questo aspetto verranno fatti tutti gli accertamenti del caso.

Stando a quello che è stato confermato, l'anziano alla guida della Peugeot 207 aveva rinnovato la patente nel 2024 e non aveva l'obbligo di lenti. I parenti agli investigatori però hanno riferito che l'uomo non dormiva da due notti. Intanto la polizia stradale di Novara e la Procura di Milano, che indagano sul caso, escludono il gesto volontario da parte dell’anziano. Probabilmente si sarebbe confuso dopo essersi reso conto di aver preso l’uscita sbagliata. Avrebbe pensato di essere sulla vicina strada statale a due corsie a doppio senso di marcia. Per questo sarebbe stato fondamentale l'allarme "anti-contromano".

Inoltre in quei cinque minuti fatti in contromano avrebbe incontrato solo poche macchine. Un paio di automobilisti avrebbero chiamato il 112. Una signora invece prima di chiamare le forze dell'ordine ha scritto su Facebook: "Io e marito eravamo sulla rampa di uscita del casello di Arluno e quel tizio è sbucato contromano dalla curva. Siamo vivi per un soffio: mio marito ha sterzato non so come, è stato un miracolo".

Le vittime sono, oltre all81enne, Mario Paglino e Gianni Grossi, entrambi 52 anni, Amodio Giurni, 38 anni: tutti sono morti sul colpo. L'unica sopravvissuta è Silvia Moramarco, 37enne moglie di Amodio Giurni: resta però ancora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Niguarda di Milano.

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