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L’appello di Marco, affetto da distrofia: “Da soli non riusciremo a sopravvivere”

“Chi fornisce assistenza domiciliare dev’essere dotato di dispositivi di protezione individuale, abbiamo bisogno di loro anche se fossero contagiosi” spiega il 32enne che vive a Foggia con i genitori, aggiungendo: “Assistenti o familiari non possono in alcun modo mantenere la distanza di sicurezza ed evitare di entrare in contatto diretto con noi”.
A cura di Beppe Facchini
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Non lasciateci soli, la nostra stessa sopravvivenza è messa in discussione: io, come molti altri, ho bisogno di assistenza continua per compiere qualsiasi azione di base”. È questo l'appello di Marco Rossetti, 32enne foggiano affetto da distrofia muscolare, che in piena emergenza sanitaria a causa dell'epidemia di Coronavirus in Italia ricorda: “Le persone fragili e le loro famiglie hanno bisogno di aiuto per superare questa fase”.

Attivo già da qualche anno per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, Marco vive con i suoi genitori, che se ne prendono cura. “Di solito, la mattina, ci raggiunge anche un amico per prestarmi assistenza nelle attività di base nella vita quotidiana -racconta a Fanpage.it-. Sono una persona molto curiosa, appassionato di scienza e tecnologia e di conoscere e comprendere la natura dei fenomeni che regolano la realtà che mi circonda”. Attraverso il suo video-appello, Marco vuole “evidenziare la situazione di enorme difficoltà che le persone anziane e disabili stanno fronteggiando in questo momento. Situazioni critiche -continua-, che come al solito non rientrano nelle priorità dell'agenda politica. Come molti altri ho bisogno di assistenza continua per svolgere le azioni di base della vita quotidiana, che per altri sono scontate, come mangiare e bere, andare in bagno e lavarsi”.

Per questo motivo, spiega ancora il 32enne pugliese, “le persone che ci assistono, assistenti o familiari non possono in alcun modo mantenere la distanza di sicurezza ed evitare di entrare in contatto diretto con noi. È necessario, quindi, che chi fornisce l'assistenza di cui abbiamo bisogno sia dotato di dispositivi di protezione individuale, visto che avremmo bisogno di loro anche se fossero contagiosi. Le conseguenze sarebbero catastrofiche, come si può facilmente intuire. Pensate a quello che sta succedendo nelle strutture per anziani e disabili in Lombardia. Purtroppo questi dispositivi, come mascherine, guanti e camici usa e getta sono introvabili al momento”.

L'accorato appello di Marco è dunque rivolto “al Governo, ai sindaci e ai responsabili delle aziende sanitarie territoriali di considerare prioritario anche per caregiver e assistenti che si occupano di assistenza a persone non autosufficienti, la fornitura di questi dispositivi e dunque organizzare la consegna anche a domicilio tramite la Protezione civile, sull'esempio della Regione Veneto”. Non solo: “Occorre creare urgentemente un'anagrafe della fragilità. Aiutatemi a diffondere questo messaggio. Le persone fragili e le loro famiglie hanno bisogno di aiuto per superare questa fase. Non lasciateci soli”.

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