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In Lombardia 39 casi di Coronavirus tutti legati al focolaio di Codogno: “Contagio forte, ma no pandemia”

Sono 39 i contagiati da Coronavirus in Lombardia, tutti casi collegati al focolaio di infezione di Codogno, nell’alto lodigiano. Lo ha confermato il governatore Attilio Fontana. “C’è un contagio molto evidente, ma non è una situazione di pandemia”, ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. Le misure disposte dal ministero della Salute e dal Governo, ha assicurato, “sono efficaci e positive nell’evitare l’ulteriore veicolazione del virus”. Con i 12 casi in Veneto, sale a 51 il totale degli infettati in Italia.
A cura di Simone Gorla
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È salito a 39 il numero dei contagi da Coronavirus in Lombardia. Sono tutti casi collegati al focolaio di infezione di Codogno, nell'alto lodigiano. Lo ha confermato il governatore Attilio Fontana nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione a meno di due giorni dal primo caso individuato. "C'è un contagio molto evidente, ma non è una situazione di pandemia", ha spiegato l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ma le misure disposte dal ministero della Salute e dal Governo "sono efficaci e positive nell'evitare l'ulteriore veicolazione del virus". Con i 12 casi in Veneto, sale a 51 il conteggio, purtroppo ancora parziale, delle persone infettate.

Coronavirus, 39 casi in Lombardia: "Non è pandemia"

Dopo l'allarme per il caso del 38enne di Codogno, considerato il ‘paziente uno' (ora trasferito a Pavia) che ha dato il via al contagio, le autorità hanno effettuato e controllato 259 tamponi presi a contatti stretti, parenti, colleghi e operatori sanitari. Ai 16 pazienti positivi di ieri se ne sono aggiunti molti altri. "Nell'area di Codogno risultano 35 persone positive" ha detto Gallera. A questi si aggiungono altri quattro casi, due nel Pavese e due in provincia di Cremona.

I contagi tutti legati al focolaio di Codogno

"Tutte le situazioni di positività hanno avuto contatti con il pronto soccorso e ospedale di Codogno. Abbiamo investigato i contatti dei primi sei casi, ricostruito le relazioni tra loro. Altri pazienti positivi sono tra operatori sanitari, pazienti e contatti dei primi casi", ha spiegato Gallera. Tra i casi conteggiati nell'alto Lodigiano c'è anche quella di una pensionata di 77 anni deceduta in casa sua a Casalpusterlengo. La donna aveva già una serie di sue patologie. Il tampone effettuato post mortem è risultato positivo. "A oggi non possiamo dire se è morta a causa del Coronavirus o se, pur avendo il virus, è morta per altre situazioni – ha precisato l'assessore -. È comunque il primo caso di decesso in Lombardia".

I casi di Cremona e Pavia

Un'altra positività è stata trovata all'ospedale di Cremona. Si tratta di una ragazza di 38 anni di Sesto e Uniti, che "era in ospedale da qualche giorno con i classici sintomi: febbre, affaticamento, problemi polmonari". A quanto emerge era collegata a sua volta con un contagiato di Codogno. "Stiamo andando a fare i tamponi a tutte le persone e ricostruire tutti i suoi contatti diretti", ha assicurato Gallera. A catena si è poi arrivati a un altro contagiato, un uomo residente a Pizzighettone, a pochi chilometri di distanza. Infine ci sono i casi di due medici del Pavese, marito e moglie. Lei è una pediatra con ambulatori nel lodigiano, realtà che fanno riferimento a Codogno.

Chieste nuove misure al governo

Dopo il vertice con la task force governativa, la giunta regionale ha fatto sapere di aver chiesto al governo di attivare "tutte le misure che portino a evitare la circolazione" tra cui "una separazione dei contatti più stretti" con l'invio delle persone in isolamento all'ospedale militare di Baggio, a Milano, e in strutture dell'aeronautica a Piacenza. "Non è una situazione di pandemia e speriamo di non esserci mai – ha aggiunto l'assessore -. A parte i comuni interessati non ci sono indicazioni che sul resto della Regione debbano essere adottate misure di alcun tipo dal punto di vista sanitario. Non c'e motivazione scientifica che su altri comuni debbano essere adottate misure".

La virologa Ilaria Capua a Fanpage: La cura adesso è rispettare le regole

Dopo l'esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto la virologa Ilaria Capua ha spietato a Fanpage.it perché il panico in questo momento possa solo peggiorare la situazione.L’unica cura per la grave sindrome influenzale da Coronavirus "è un’enorme assunzione di responsabilità collettiva". Tutti d'ora in poi devono stare attenti e rispettare le regole.

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