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Covid 19

Due lavoratori Coop positivi al Coronavirus in Toscana. I colleghi: “Azienda ha imposto il silenzio”

A lanciare il grido dall’allarme è il sindacato Cobas che in una nota condanna l’atteggiamento dell’azienda, che si sarebbe impegnata per non far trapelare nulla, parlando di “un’irresponsabile consegna del silenzio con i lavoratori, i sindacati e i media”. “Viene stabilito di non fornire alcuna informazione a dipendenti non coinvolti e/o esterni” si legge nella procedura di sicurezza di Unicoop Tirreno.
A cura di Simona Berterame
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Due casi positivi al Covid-19 tra i lavoratori Coop Tirreno in Toscana: si tratta di un commesso di un supermercato di Grosseto e di una dipendente della sede a Piombino. A lanciare il grido dall'allarme è il sindacato Cobas che in una nota definisce l'atteggiamento dell'azienda un'irresponsabile "consegna del silenzio con i lavoratori, i sindacati e i media". "Viene stabilito di non fornire alcuna informazione a dipendenti non coinvolti e/o esterni", così si legge nella procedura di sicurezza di Unicoop Tirreno resa nota dal sindacato.

 "Non è tempo di giocare con la salute dei lavoratori – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas Commercio – che vengono spostati da un supermercato all'altro senza un perché per permettere ai colleghi la quarantena. Non è più tempo del via vai di dirigenti provenienti dalle zone focolaio, perché è successo anche questo. Alla faccia del rapporto di fiducia con soci, clienti e lavoratori". "L'informazione tempestiva – conclude la nota del sindacato – può fare la differenza tra la salute e la malattia e perciò il sindacato promette battaglia per vederci chiaro in questa situazione".

La paura dei lavoratori

Fanpage.it ha raccolto la testimonianza di un collega dei due dipendenti Coop risultati positivi. Il giovane, che vuole rimanere anonimo, lavora in un altro supermercato nelle vicinanze e ci racconta la condizione drammatica che stanno vivendo in queste ore: "Già prima avevamo paura, ora che un nostro collega è risultato positivo abbiamo l'amara certezza che nessuno è immune ma soprattutto nessuno è tutelato".  Il ragazzo ci spiega che c'erano sospetti e voci ma nulla di certo sulla positività dei due lavoratori, questo perché "il silenzio è imposto, nessuno parla". "Speriamo che dopo questi casi da questo momento ci sia più trasparenza per tutelare chi tutte i giorni si reca a lavoro, anche in un momento così difficile", conclude.

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