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Corea del Nord, portare i jeans attillati è punibile con la pena di morte: le norme contro l’Occidente

La Corea del Nord prepara nuove strette contro lo stile di vita occidentale: indossare i jeans attillati può essere punito con la pena di morte e cambiare taglio di capelli può portare a 15 anni di reclusione in un campo di rieducazione. Kim Jong-un ha annunciato di voler approvare leggi più severe contro il “pensiero reazionario”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Kim Jong-Un, numero uno della Corea del Nord.
Kim Jong-Un, numero uno della Corea del Nord.

Indossare i jeans attillati in Corea del Nord potrebbe portare alla pena di morte. Il provvedimento fa parte di una serie di nuove disposizioni di legge contro il "pensiero reazionario". Kim Jong-un vuole infatti allontanare la cittadinanza dalle usanze occidentali come abiti, film e slang stranieri non di uso comune nella lingua nazionale. Un taglio di capelli diverso dai 15 già autorizzati può portare all'arresto. Anche ascoltare la musica pop sud-coreana, diventata famosa in tutto il mondo, è punibile con pene severissime. Secondo il regime di Pyongyang la norma punta a "proteggere i giovani dal vento giallo del capitalismo" imponendo di fatto come unico lo stile di vita nord-coreano.

Il dittatore ha inviato una lunga lettera alla Lega della gioventù nord-coreana preannunciando le nuove strette. Chiunque verrà sorpreso con quantità di materiale multimediale della Corea del Sud, degli Stati Uniti o del Giappone rischia una condanna fino alla pena di morte. Il minimo previsto dalla legge sarà di 15 anni di reclusione in un campo di internamento. La stampa sudcoreana riferisce a tal proposito la storia di alcuni adolescenti inviati in un campo di rieducazione per essersi tagliati i capelli come alcuni cantanti di una band K-pop. La notizia non è verificabile in modo indipendente: potrebbe quindi essere parte della propaganda del regime per incutere timore nei cittadini.

La repressione non si ferma ai soli trasgressori: se un lavoratore viene arrestato, può essere punito anche il direttore della fabbrica in cui risulta impiegato. Se un ragazzino viene considerato "problematico", anche i genitori possono essere processati. La crisi causata dalla pandemia potrebbe rendere i media stranieri un veicolo per un nuovo senso di "resistenza" nella popolazione. Nel paese asiatico è in vigore da tempo il blocco di Internet e non sono autorizzati i social media. Con lo scoppio della pandemia, inoltre, le tv di Stato hanno sempre sostenuto che nella nazione non siano stati registrati decessi dovuti al Covid-19. L'arrivo di informazioni dall'estero potrebbero piegare questa narrazione e Kim Jong-un cerca di agire proprio su questo fronte.

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