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Coppia intossicata nell’Aretino, lei muore e lui sta male: si indaga su disinfestazione antitarlo

Antonella Peruzzi, 66 anni, è morta nella sua villa di Alberoro, nel comune di Monte San Savino, dopo un malore che ha colto lei e il marito (sopravvissuto). La procura indaga per omicidio colposo e ha iscritto il titolare della ditta che aveva effettuato una disinfestazione antitarlo pochi giorni prima della tragedia.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Si stringe il cerchio attorno alle cause della morte di Antonella Peruzzi, 66 anni, deceduta improvvisamente nella sua abitazione di Alberoro, nel comune di Monte San Savino (Arezzo). La procura di Arezzo, che procede per omicidio colposo, ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante della ditta che nei giorni precedenti al decesso aveva effettuato una disinfestazione antitarlo all’interno della villa dove la donna viveva con il marito, un orafo aretino di 69 anni, anche lui colto da malore ma sopravvissuto dopo un ricovero in ospedale.

Secondo quanto ricostruito, l’intervento di disinfestazione era stato eseguito su travi e mobili in legno della casa, utilizzando un prodotto a base di solfuro di magnesio, una sostanza normalmente impiegata per eliminare i tarli ma che, se inalata in quantità elevate o senza adeguata aerazione, può risultare tossica. La ditta risulta regolarmente accreditata per questo tipo di operazioni, ma la magistratura intende verificare se siano state rispettate tutte le prescrizioni di sicurezza, come la chiusura degli ambienti e l’assenza di persone o animali nelle ore successive al trattamento.

L’inchiesta e gli accertamenti nella villa di Alberoro

Il fascicolo è coordinato dal sostituto procuratore Marco Dioni, che ha disposto il sequestro della villa di Alberoro e incaricato la squadra mobile di Arezzo di condurre gli accertamenti. Durante i sopralluoghi, i vigili del fuoco hanno prelevato campioni d’aria e residui chimici nelle stanze dove era stato effettuato il trattamento antitarlo, oltre a campioni biologici provenienti dal marito della vittima, che parteciperà – tramite il suo legale – alle analisi sulle provette in laboratorio.

Il 69enne era stato colto da forti disturbi – nausea, vomito e difficoltà respiratorie – poche ore dopo la morte della moglie, avvenuta il 26 ottobre. In un primo momento si era parlato di arresto cardiaco dovuto a cause naturali, ma il successivo malore dell’uomo aveva spinto i sanitari a segnalare il caso alla procura. Trasferito all’ospedale San Donato di Arezzo, è rimasto ricoverato per una settimana, sottoposto a cure e ossigenoterapia. È stato dimesso solo dopo un miglioramento delle sue condizioni.

Le ipotesi al vaglio della procura di Arezzo

Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire se vi sia un nesso diretto tra il trattamento antitarlo e i malori accusati dai coniugi. Le analisi tossicologiche serviranno a stabilire la concentrazione di eventuali sostanze nocive e a valutare se il decesso possa essere collegato a un’intossicazione da vapori o residui chimici. Non è escluso che, in base ai risultati, venga disposta anche la riesumazione della salma di Antonella Peruzzi per eseguire un’autopsia e accertare la presenza di tracce tossiche nei tessuti. Tuttavia, trattandosi di sostanze volatili, gli esperti ritengono che l’esame potrebbe risultare complesso e non garantire risultati certi.

Nei prossimi giorni i consulenti nominati dalla procura analizzeranno i campioni prelevati nella villa e nel sangue del marito per individuare eventuali sostanze tossiche riconducibili ai prodotti usati. Solo dopo l’esito delle analisi, la procura deciderà se procedere con ulteriori atti, compresa la riesumazione. L’obiettivo è capire se la tragedia sia stata una drammatica fatalità o se vi siano state negligenze o omissioni nelle procedure di sicurezza.

Intanto, la casa resta sotto sequestro, sigillata dai carabinieri e dai vigili del fuoco, in attesa dei risultati degli accertamenti scientifici che dovranno fare luce su una vicenda tanto improvvisa quanto inquietante.

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