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Colpo alla mafia, sequestro da mezzo milione di euro al nipote di Totò Riina

Un decreto di sequestro di beni, per un valore di circa 500mila euro, è stato eseguito nei confronti di Mario Salvatore Grizzaffi e del suo nucleo familiare, parenti del defunto Totò Riina. Grizzaffi è figlio di una sorella del boss mafioso. I beni sequestrati nella provincia di Palermo sono costituiti da un’abitazione, un magazzino, un’autovettura, 8 rapporti bancari e 6 polizze assicurative.
A cura di Susanna Picone
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I carabinieri del Ros di Palermo, insieme a quelli del Comando Compagnia di Corleone, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro beni emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti di Mario Salvatore Grizzaffi, cinquantatré anni, e della sua famiglia, per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro. Mario Salvatore Grizzaffi fa parte di una delle famiglie più influenti all'interno del panorama mafioso della provincia di Palermo: è il nipote di Salvatore Riina, figlio della sorella del capomafia defunto nel 2017 in cella. E secondo gli inquirenti Grizzaffi, oltre alla parentela con Totò Riina, ha anche un suo personale spessore criminale. I beni sequestrati a Grizzaffi e ai suoi familiari sono localizzati nella provincia di Palermo, e sono costituiti da un'abitazione, un magazzino, un'autovettura, 8 rapporti bancari e 6 polizze assicurative.

Colpo alla mafia di Corleone – Le indagini patrimoniali condotte dal Ros costituiscono il completamento della più generale attività di contrasto condotta dai carabinieri nei confronti del potente mandamento mafioso di Corleone, uscito depotenziato negli ultimi 5 anni dagli esiti delle diverse indagini Patria, All Stars e Grande Passo, e dai sequestri beni a carico dello stesso Riina e di suo fratello Gaetano, attualmente detenuto per mafia, oltre ai fratelli Rosario e Calogero Lo Bue. “Punto cruciale dell’indagine patrimoniale – spiegano gli investigatori dell’Arma – è rappresentato dalla evidente sperequazione tra i redditi dichiarati negli anni da Grizzaffi e dai propri congiunti, da cui è stato possibile ipotizzare l’utilizzo di mezzi e di risorse finanziarie illecite”.

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