Colpito con il taser dalla polizia a Reggio Emilia: muore uomo di 41 anni, aperta un’inchiesta

È successo di nuovo: un uomo di 41 anni è morto questa mattina all'alba dopo essere stato colpito con una pistola taser dalle forze dell'ordine. La tragedia si è consumata all'alba in via Beethoven, nella frazione di Massenzatico di Reggio Emilia. Secondo le prime ricostruzioni, la vittima – classe 1983 – si sarebbe trovato in uno stato di grave alterazione psicofisica quando sono arrivate sul posto le pattuglie della Questura.
L'uomo – secondo la versione fornita dagli agenti intervenuti – avrebbe manifestato comportamenti aggressivi e dato in escandescenze, creando una "situazione di pericolo" per gli operatori intervenuti. Oltre ai poliziotti sul luogo sono giunti i soccorsi della Croce Rossa, l'automedica e un'ambulanza della Croce Verde. Nonostante la presenza del personale sanitario, la situazione è rapidamente degenerata.
Di fronte al "comportamento violento" del 41enne, gli agenti hanno optato per l'utilizzo del taser al fine di immobilizzarlo. Dopo essere stato colpito dall'arma elettrica, il 41enne è stato immediatamente soccorso dal personale medico presente e trasportato d'urgenza presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Le sue condizioni sono apparse sin da subito gravissime. Nonostante i tentativi di rianimazione e le cure ricevute nel nosocomio reggiano, l'uomo è deceduto nelle prime ore della mattinata odierna.
Indaga la Procura di Reggio Emilia
La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha immediatamente aperto un'inchiesta per fare luce su tutti gli aspetti della vicenda. Gli inquirenti dovranno stabilire se l'utilizzo del taser sia avvenuto nel rispetto dei protocolli previsti e se vi sia una correlazione diretta tra l'uso dell'arma elettrica e il decesso del 41enne.
Gli ultimi casi di Olbia, Genova e Pescara
L'episodio riaccende il dibattito sulla pericolosità del taser, dispositivo entrato in dotazione alle forze dell'ordine italiane dopo una sperimentazione avviata nel 2018. Nonostante sia classificato come "arma non letale", questo strumento solleva da anni preoccupazioni tra esperti e organizzazioni per i diritti umani visto il non trascurabile numero di vittime che provoca, anche in Italia: le ultime in ordine di tempo sono state Elton Bani, 41 anni, morto nel pomeriggio di domenica 17 agosto a Sant'Olcese (Genova) e Ferruccio Demartis, deceduto a Olba tra il 16 e il 17 agosto. In entrambi i casi a premere il grilletto sono stati carabinieri, e in entrambi i casi sarà un'inchiesta a fare luce su quanto accaduto. A giugno a perdere la vita a Pescara era stato il trentenne Riccardo Zappone.
Cosa è il taser
Il taser, o pistola elettrica, è un’arma a impulsi elettrici in dotazione alle Forze dell’ordine in molti Paesi, Italia compresa: funziona rilasciando due dardi collegati a fili conduttori, che trasmettono una scarica elettrica capace di provocare una contrazione muscolare istantanea, che immobilizza temporaneamente il soggetto colpito.
Il modello adottato nel nostro Paese è lo X2 della Axon, un'evoluzione del modello X26 che le Nazioni Unite avevano giudicato equiparabile a uno strumento di tortura. Il Comitato dell'ONU contro la tortura riferisce che l'uso di Taser può essere una forma di tortura, a causa del dolore acuto che provocano, e mette in guardia contro la possibilità di morte in alcuni casi.
Particolarmente critiche sono le posizioni di Amnesty International, che ha documentato numerosi decessi legati all'utilizzo di questi dispositivi. Amnesty International ha denunciato centinaia di morti a causa dell'utilizzo della pistola elettrica negli Stati Uniti dal 2000. L'organizzazione ha ribadito più volte che "il taser non è un'arma a rischio zero", soprattutto quando utilizzato su soggetti in stato di alterazione o con problemi cardiaci.