“Cocaina nei bagni di Montecitorio”, la denuncia del giornalista del Fatto

Tracce di cocaina nel bagno maschile dei deputati, appena fuori dall'aula di Montecitorio. A trovarle è stato il giornalista Thomas Mackinson, inviato di Fq Millennium, il nuovo mensile di Editoriale Il Fatto spa, che precisa come la scoperta sia avvenuta il 29 marzo "subito prima di un'importante votazione". Il cronista – secondo quanto spiegato – avrebbe condotto diversi test con salviettine Nark II a base di cobalto tiocianato acquistate in un negozio di Roma specializzato in dispositivi per indagini di polizia scientifica. "Il risultato positivo, confermato da una doppia prova con esisti identici, è stato ottenuto mercoledì 29 marzo 2017″. Le tracce dello stupefacente “sono state rinvenute sulla mensola all'interno di uno dei bagni. Quella stessa mensola, al mattino, era risultata negativa".
A scopo di documentazione sulla correttezza del test effettuato, il giornalista in questione ha ripreso tutta la scena con uno smartphone. Mackinson sostiene che il modus operandi per rilevare la cocaina è lo stesso usato dai cronisti di The Sun che nel 2013 catalizzarono l’attenzione dei media internazionali con l’articolo sul consumo dello stupefacente nel Parlamento britannico.
La ricerca precisa il giornalista è solo presuntiva e non punta il dito contro nessun politico in particolare. Peraltro, non è chiaro però se il bagno analizzato da Mackinson sia ad uso esclusivo dei parlamentari oppure accessibile a tutti gli autorizzati all'interno di Montecitorio (compresi gli stessi giornalisti). Il reporter scrive comunque che il test è avvenuto “nel momento in cui molti dei 400 deputati presenti si sono serviti della toilette dell'atrio appena prima di entrare in aula per una votazione relativa al testo di legge su magistrati e politica".