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“Chiedeva baci alla nipotina in cambio di soldi”. Nonno indagato per abusi sessuali sulla piccola

A Reggio Emilia è iniziato il processo a un nonno accusato di aver molestato la nipotina di 11 anni. Secondo l’accusa, le avrebbe chiesto “baci non da nonno” in cambio di soldi o favori. A rivelarlo una lettera scritta dalla bambina e scoperta dalla madre.
A cura di Biagio Chiariello
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È una vicenda carica di dolore e inquietudine quella che ieri, 18 giugno, ha cominciato a prendere forma davanti al tribunale di Reggio Emilia, nel corso della prima udienza del processo per presunti abusi sessuali su una bambina di 11 anni. Imputato è il nonno paterno, oggi a piede libero, accusato di aver molestato la nipotina in più occasioni. I fatti, come riportato dal Resto Del Carlino, si sarebbero verificati nella provincia reggiana e sono emersi grazie a una lettera scritta dalla piccola e ritrovata dalla madre.

“Un giorno mi chiamò da scuola, in lacrime”, ha raccontato in aula la donna, prima testimone convocata dalla pubblica accusa. “Mi chiese di andare a prenderla. Mi fece leggere una lettera che aveva scritto per il nonno: c’erano rabbia, paura, e parole difficili da dimenticare. Diceva di sentirsi sporca quando lui le chiedeva ‘un bacio non da nonno’, in cambio di qualche soldo o un favore”.

Secondo quanto emerso, la bambina avrebbe dato anche un titolo a quella lettera: La lettera del cuscino rosso salvavita. Il riferimento era a un cuscino a forma di cuore che il nonno teneva in auto e che, simbolicamente, la nipote stringeva nei momenti in cui si sentiva in pericolo. La madre ha spiegato di aver trovato la lettera tra gli effetti personali della figlia e di averla fotografata prima di sporgere denuncia, il 27 febbraio 2023.

La missiva è ora parte integrante del fascicolo processuale, depositata dalla pm Maria Rita Pantani. Le indagini sono state affidate ai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Vainer Burani, non era presente in aula.

Durante la deposizione, la donna ha aggiunto particolari inquietanti: “Mi raccontò che il nonno la portava a fare shopping al centro commerciale I Petali e, in cambio, le chiedeva quei baci. Parlò anche di una mano sulla coscia. Non sono mai riuscita a pensare che si stesse inventando tutto, anche perché già un anno prima una mia amica mi aveva detto che sua figlia aveva ricevuto delle confidenze da parte della mia su certi comportamenti del nonno”.

Due giorni dopo quella telefonata, il 22 febbraio 2023, i genitori furono convocati dalla psicologa della scuola. La bambina era già seguita da tempo dalla terapeuta, dopo che un tema aveva rivelato un forte disagio legato alla separazione dei genitori. La psicologa, con il consenso dei genitori, aveva cominciato una serie di colloqui.

“Fu lei a dirci che nostra figlia le aveva raccontato altri episodi”, ha detto la madre. “Le aveva parlato del bacio nel parcheggio dei Petali, della mano sulla coscia in macchina e anche di un episodio a casa dei nonni: stava guardando la tv, lui entrò nella stanza e la toccò nelle parti intime. Mia figlia si era confidata con lei perché pensava che avrebbe mantenuto il segreto. Era angosciata dall’idea di averla ‘tradita’”.

La bambina è stata ascoltata in incidente probatorio e risulta parte civile nel processo. L’imputato è stato rinviato a giudizio dal gup Luca Ramponi. Il dibattimento, appena iniziato, proseguirà con l’ascolto di altri testimoni.

Contattato dalla stampa, il legale della difesa ha preferito non commentare: “Vista la delicatezza del caso, al momento non rilasciamo dichiarazioni”.

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