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Il caso di Chico Forti

Chico Forti rivede la madre dopo 16 anni ma è polemica: “Detenuti con rischio di vita aspettano mesi”

“Mamma ti voglio bene. Sono qua per te” sono le prime parole di Chico Forti alla madre. Il detenuto ha potuto lasciare momentaneamente il carcere di Verona e abbracciare l’anziana madre a Trento. Grande gioia di famigliari e amici ma critiche dal sindacato di polizia penitenziaria che parla di “amarezza e smarrimento”.
A cura di Antonio Palma
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A sedici anni dall'ultimo incontro in un carcere Usa, Chico Forti ha rivisto e riabbracciato oggi l'anziana madre raggiungendo la 96ennee nella casa di origine a Trento. Una possibilità concessa "per motivi umanitari" dal Tribunale di sorveglianza di Venezia dopo la richiesta dei legali dell'uomo ma che non ha mancato di sollevare polemiche come quella del sindacato di polizia penitenziaria SPP che sottolinea l'inusuale celerità con cui i giudici hanno accolto la richiesta rispetto ai normali tempi degli altri detenuti che attendono a volte mesi, anche in casi gravi.

"La prima cosa che ha detto alla mamma è ‘Mamma ti voglio bene. Sono qua per te'. Lei era emozionatissima" ha raccontato lo zio di Chico Forti, Gianni, presente alla visita nel quartiere di Cristo Re, a Trento. "Tra baci e abbracci, voleva fargli subito i canederli, ma lui le ha detto che non aveva fame, che aveva già provveduto", ha aggiunto Gianni Forti, assicurando: "Il rientro lo ha rinfrancato e portato a nuova vita. Fino a quando avremo fiato e vita ci batteremo per la sua riabilitazione".

Grazie al permesso, Chico Forti ha potuto lasciare momentaneamente il carcere di Verona, dove è stato rinchiuso dopo il rientro in Italia per scontare la pena inflitta per omicidio in Usa, e raggiungere la casa materna e abbracciare la madre. Un abbraccio a lungo atteso dopo l'ultimo faccia a faccia di 16 anni fa quando la donna era andata a trovarlo nel carcere di Miami in occasione del suo ottantesimo compleanno. Il tempo concesso è stato di circa quattro ore, come ha confermato lo zio Gianni presente insieme al fratello Stefano.

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"Ha quattro ore per questo incontro grazie a un permesso speciale. Attendo Chico qui in strada e lo accompagnerò su a casa, raccomandandogli di non stringere troppo la mamma” ha affermato questa mattina lo zio conversando con i giornalisti a Trento. “La mamma comunque è bella pimpante per la gioia di rivedere suo figlio. Abbiamo tanto pianto e tanto sofferto e ora è giusto gioire un po', che è infatti proprio nello spirito di Chico, sempre ironico. Chi resiste per 24 anni in un carcere? Un eroe, lo dico io che sarei morto dopo una settimana” ha aggiunto il parente che a più da vicino ha seguito la vicenda giudiziaria in questi decenni.

Sotto casa ad accogliere Chico Forti, senza però poterlo salutare personalmente, si sono presentati anche i rappresentanti del comitato "Una chance per Chico". "Oggi per noi è un giorno di gioia. Siamo coesi per dargli il benvenuto. Anche se oggi non riusciremo a parlargli, manderemo certamente un messaggio video di benvenuto" hanno spiegato, aggiungendo: "Appena sarà possibile andremo sicuramente a trovarlo in carcere. Negli anni scorsi siamo ancorati anche in Florida, ma non tutti sono riusciti a vederlo perché le visite erano contingentate".

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L'uscita di Chico Forti dal carcere e il permesso speciale però ha trovato anche critiche, quelle del il Spp, il sindacato di polizia penitenziaria, che parla di "amarezza e smarrimento". "La pronuncia dei magistrati di sorveglianza è stata celere rispetto ad altre situazioni simili e in sospeso da tempo" ha dichiarato infatti  il segretario Aldo Di Girolamo, spiegando: "Lo stesso provvedimento adottato per Forti ha bisogno di settimane di attesa e non di pochi secondi oltre a riguardare casi particolarmente gravi come il rischio di vita del congiunto da incontrare, evenienza che non è valida per Forti".

A detta dello zio, però, Chico Forti sarebbe stato accolto molto bene in carcere. “La prigione gli ha fatto un grande applauso, qualcuno gli ha dato qualcosa da indossare. Lui è arrivato qui con la maglietta e la giacchetta da detenuto, perché uscito dalla Corte è salito su un aereo" ha raccontato infatti Gino Forti, rigettano al mittente polemiche: "Gli hanno anche rinfacciato questo, 160 mila euro, che un Comune trentino li spende per una sagra. Siamo arrivati a limiti veramente bassi e vergognosi che non riesco a capacitarmi”.

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