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Chi è Ales Bialiatski e perché ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2022

Il sessantenne Ales Bialiatski è stato arrestato decine di volte in Bielorussia per la sua attività ed è attualmente ancora in carcere, senza processo da ormai oltre due anni.
A cura di Antonio Palma
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Attivista per i diritti umani fin dagli anni ‘80 in Bielorussia e continuamente perseguitato dal regime dell’ex Paese dell’Unione sovietica, che lo ha incarcerato a più riprese, il sessantenne Ales Bialiatski ha ricevuto oggi il premio Nobel per la pace 2022 insieme a due Ong, una russa e una ucraina.

Il comitato dei premi nobel ha voluto così premiare i suoi sforzi a favore dei valori umani dell'antimilitarismo e dei principi del diritto.

Ales Bialiatski durante proteste in Bielorussia
Ales Bialiatski durante proteste in Bielorussia

Ales Bialiatski infatti è stato uno dei promotori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni '80 ancora in epoca sovietica e da allora non ha mai smesso di combattere per i diritti civili del suo Pese. “Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e allo sviluppo pacifico nel suo paese” spiegano dal comitato dei Nobel.

Per il suo attivismo è stato arrestato decine di volte ed è attualmente ancora in carcere, senza processo da ormai oltre due anni.  Soggetto a multe e sanzioni amministrative, nel 2011 è stato arrestato con la falsa accusa di evasione fiscale e successivamente condannato a 4 anni di carcere durante i quali è stato sottoposto a severe restrizioni, lunghi periodi di isolamento.

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Rinchiuso fino al 2014 per ordine delle autorità governative, che hanno cercato ripetutamente di metterlo a tacere, Ales Bialiatski non si era affatto rassegnato ed era sceso di nuovo in piazza durate le manifestazioni contro il regime di Alexander Lukashenko in Bielorussia nel 2020.

È stato di nuovo arrestato lo stesso anno e da allora non è più uscito dalla cella pur non avendo subito alcun processo. “Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia” sottolineano da Comitato dei Nobel.

Tra l'altro, nel corso degli anni e delle sue lotte Ales Bialiatski ha fondato nel 1996 l'organizzazione Viasna (Primavera) in risposta ai controversi emendamenti costituzionali che hanno conferito poi al presidente Lukashenko poteri dittatoriali che lo tengono ancora saldamente carica. Negli anni seguenti, Viasna si è evoluta in un'organizzazione per i diritti umani che ha documentato e protestato contro l'uso della tortura da parte delle autorità contro i prigionieri politici in Bielorussia.

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L’ultimo appello per lui è di pochi giorni fa quando altri attivisti hanno rivelato che è detenuto in un seminterrato buio di una prigione bielorussa dove ha trascorso il suo sessantesimo compleanno, domenica 25 settembre.

“Ales Bialiatski è un prigioniero di coscienza storico di Amnesty International, il cui valore è ora riconosciuto a livello mondiale” scrivono da Amnesty international.

"Il nostro messaggio alle autorità bielorusse è di rilasciare Ales Bialiatski. Speriamo che questo possa accadere e che Bialiatski possa venire ad Oslo per ricevere il premio” ha detto la presidente del Comitato per il Nobel, Berit Reiss-Andersen dopo l’annuncio ufficiale.

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