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Matteo Messina Denaro

Cellulari spenti e impegni annullati, così i carabinieri sono arrivati a Matteo Messina Denaro

Il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, ha spiegato nei dettagli come lunedì mattina sono arrivati a Matteo Messina Denaro, il superboss arrestato dopo 30 lunghi anni di latitanza.
A cura di Susanna Picone
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"Ci eravamo insospettiti perché in determinati momenti i suoi familiari avevano comportamenti anomali. All'improvviso annullavano impegni già presi, spegnevano i telefoni, diventavano irrintracciabili e dunque abbiamo pensato che questo potesse accadere in occasione di interventi chirurgici o comunque di cure mediche particolari. A quel punto ci siamo concentrati sui database sanitari e siamo andati su obiettivi mirati": a parlare è il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, che in una intervista al Corriere della Sera ha spiegato nei dettagli come lunedì mattina sono arrivati a Matteo Messina Denaro, il superboss arrestato dopo 30 lunghi anni di latitanza.

I dettagli sulla cattura di Messina Denaro

Messina Denaro è stato catturato mentre si trovava nella clinica La Maddalena di Palermo, dove si curava a causa della sua patologia. La pista giusta è stata imboccata qualche mese fa. "Grazie a indagini e intercettazioni sapevamo di quali patologie soffriva Messina Denaro e abbiamo fatto partire le verifiche", spiega Angelosanto.

Il 29 dicembre il finto Bonafede aveva prenotato una visita per il 16 gennaio. "Ci siamo preparati per intervenire. Il soggetto corrispondeva anche perché appartenente a una famiglia mafiosa vicina al padre di Matteo Messina Denaro, ma c'era un'anomalia evidente. Quando aveva l'appuntamento fissato spesso era da un'altra parte. Il suo telefonino si trovava a Campobello. E questo è successo anche lunedì scorso. Poco prima della visita il vero Andrea Bonafede era a casa sua".

Quando è scattata l’operazione, Angelosanto si trovava al comando della Legione in attesa della telefonata. "Dall'avvio dell'operazione alla cattura sono trascorsi novanta minuti, i più lunghi della mia vita", le parole del comandante. Che spiega che ora è finita la ricerca del boss, ma inizia la vera indagine: "La vera indagine comincia adesso e la sua abitazione-covo già individuata è soltanto l'inizio del nuovo lavoro che stiamo già facendo".

L'ipotesi della trattativa segreta

Il comandante del Ros risponde anche a quanti ipotizzano che il boss si è fatto prendere dai carabinieri. "Chi pensa a trattative segrete o addirittura a una consegna concordata umilia gli investigatori e i magistrati che per anni hanno lavorato giorno e notte per catturare Matteo Messina Denaro", le parole di Angelosanto al Corriere.

"Sono pronto a ripetere ovunque, anche in un'aula di giustizia, quello che sto dicendo. Lo devo ai miei uomini e tutti lo dobbiamo alle vittime delle cosche", aggiunge spiegando che soltanto chi non conosce davvero la mafia può pensare a una trattativa segreta. Il generale risponde che "non è un caso se il procuratore Maurizio De Lucia ha parlato di ‘borghesia mafiosa'. La rete che lo ha protetto è molto stretta".

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