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Cellulari e tumori, i periti: “C’è nesso causa-effetto. L’ISS ignora gli studi più recenti”

I periti incaricati dai giudici di Torino criticano la ricerca pubblicata lo scorso anno dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss): “Usa in modo inappropriato i dati sull’andamento dell’incidenza dei tumori cerebrali e non tiene conto dei recenti studi sperimentali”. Secondo i periti è ormai dimostrato il nesso causa-effetto.
A cura di Davide Falcioni
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L'utilizzo prolungato di telefoni cellulari può dare origine a tumori. Ha fatto molto discutere la sentenza della Corte d'Appello di Torino secondo cui ci sarebbe un nesso certo di causa-effetto tra la malattia contratta da  Roberto Romeo, un dipendente Telecom Italia, e l'uso che per quindici anni ha dovuto fare del telefonino, anche di 5/6 ore al giorno. Romeo è oggi affetto da neurinoma del nervo acustico, un tumore alla testa benigno ma invalidante.

All'indomani della sentenza, che ha riconosciuto al dipendente un danno biologico permanente del 23%, condannando l’INAIL al pagamento di un’indennità di circa 500 euro al mese per tutta la vita della vittima, i periti incaricati dai giudici di Torino criticano la ricerca pubblicata lo scorso anno dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss): "Usa in modo inappropriato i dati sull'andamento dell'incidenza dei tumori cerebrali e non tiene conto dei recenti studi sperimentali", scrivono nella relazione. La Corte d'Appello ha valutato i risultati di perizie tecniche eseguite da una specialista in medicina legale e uno in medicina del lavoro, dirigente medico del Servizio Sovrazonale di Edipemiologia Asl To3.

Ebbene, le perizie tecniche hanno fornito "solidi elementi per affermare un ruolo causale tra l'esposizione dell'appellato alle radiofrequenze da telefono cellulare e la malattia insorta". E' quanto scrivono i giudici della Corte d'Appello di Torino nella sentenza sul caso di Roberto Romeo, confermando quella di primo grado del Tribunale di Ivrea del 2017 che aveva condannato l'Inail a corrispondere a Romeo, assistito dallo studio legale Ambrosio&Commodo di Torino, una rendita vitalizia da malattia professionale. Le nuove consulenze tecniche richieste dai giudici rivelano come "i campi elettromagnetici ad alta frequenza" siano "cancerogeni possibili per l'uomo", anche sulla base di uno studio dell'Agenzia internazionale dell'Organizzazione mondiale della sanità. Ai risultati degli "studi finanziati dalle aziende produttrici di telefoni cellulari – si legge nella sentenza – non può essere attribuita particolare attendibilità in considerazione della posizione di conflitto d'interessi degli autori".

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