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Catania, nell’ex deposito di armi la nuova tendopoli da 300 posti per i migranti in quarantena

In contrada Salonia, tra Vizzini e Militello in Val di Catania, un ex deposito di armi dell’Aeronautica militare sta per diventare un centro per migranti in quarantena. Trecento posti che dovrebbero cominciare a essere riempiti quando la nave della Gnv, arrivata a Lampedusa nei giorni scorsi e usata per l’isolamento, sarà piena. Tra il tema della bonifica e quello della sicurezza, nei paesi vicini alla futura tendopoli c’è aria di protesta.
A cura di Luisa Santangelo
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Secondo alcuni è una polveriera. Non solo per ciò che è stata quella collina, ma anche per quello che rappresenterà per i cittadini. In contrada Salonia, tra Vizzini e Militello in Val di Catania, c'è un ex deposito di armi dell'Aeronautica militare che sta per diventare un centro per i migranti in quarantena. Tra qualche giorno i lavori dovrebbero essere conclusi e la tendopoli dovrebbe essere pronta per l'accoglienza: trecento posti che saranno riempiti, spiega a Fanpage.it il sindaco di Vizzini Vito Cortese, solo se la nave per l'isolamento della Gnv riempirà tutti i suoi mille posti. "Ma basta guardare la frequenza degli sbarchi a Lampedusa e la situazione a Porto Empedocle per capire che è più di una eventualità remota", continua Cortese.

I problemi, nel borgo alle porte di Catania che dista poche centinaia di metri dall'ex deposito dell'Aeronautica, cominciano a farsi sentire. Gregorio Gilistro è il titolare di uno stabilimento di lavorazione della pietra lavica dalle cui finestre si vedono i lavori della Croce rossa: si spianano gli spiazzali che dovranno accogliere i migranti in quarantena, si bruciano le sterpaglie. "L'area è enorme – dice – Fino a qualche anno fa io potevo entrarci con i miei cavalli, d'accordo con il comandante. E vedevo proiettili e altri ordigni inespolosi".

La bonifica del complesso militare è tema di queste ore. "Ci hanno detto che è stata fatta – sostiene il sindaco Cortese – Ma le memorie storiche del paese parlano di un crollo nella sesta galleria e dicono che a valle di quel crollo, invece, non è stato bonificato nulla. Io ho chiesto chiarimenti al colonnello dell'Aeronautica militare, ha detto che vedrà". Gli incontri alla prefettura di Catania hanno avuto come esito, per i sindaci che non vogliono la tendopoli, una fumata nera. La struttura aprirà i battenti quando ce ne sarà la necessità.

In paese, nel frattempo, c'è aria di protesta. Entro la fine di questa settimana i lavori dovrebbero essere ultimati e le paure dei residenti riguardano la sicurezza. "Non sono uscita di casa neanche per fare la spesa, e adesso rischiamo così?", afferma una cittadina. I migranti, comunque, dovrebbero essere portati nella struttura solo dopo la negatività del test effettuato al momento dello sbarco. "Anche il sindaco non era stato informato – attacca un altro – Hanno scelto un'area militare in modo da scavalcare anche il presidente della Regione". Il governatore siciliano, quando ha scoperto che alle porte della sua città natia (Militello) sarebbe stata costruita la tendopoli, ha tuonato sui social: "Forse qualcuno a Roma, al posto di arrossire per l'incapacità manifestata nell'adottare un Piano organico sull'immigrazione durante l'emergenza Covid-19, pensa di poter continuare a trattarci da campo profughi d'Europa". Definendo la struttura "una sorta di campo di concentramento" e soffiando aria sul fuoco che i residenti dei Comuni in prima linea nell'accoglienza covano dall'inizio dell'estate.

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