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Caso Maugeri, Formigoni e i soldi in contante sui conti dell’ex fidanzata

Per i Pm che indagano sul caso Maugeri in cui Formigoni è accusato di corruzione, l’ex Governatore per evitare il tracciamento del denaro non faceva mai passare soldi sui suoi conti correnti ma consegnava mazzette di banconote da 500 euro per bonifici sul conto della sua ex fidanzata.
A cura di Antonio Palma
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Caso Maugeri, per Formigoni soldi in contante sui conti dell'ex fidanzata

Dopo la chiusura formale dell'inchiesta su Roberto Formigoni per il caso tangenti della Fondazione Maugeri vengono alla luce alcuni particolari non di poco conto per l'ex Governatore della Lombardia indagato per corruzione e associazione a delinquere insieme ad altre 16 persone. Secondo i Pm di Milano, infatti, Formigoni per evitare qualsiasi tipo di tracciamento dei finanziamenti che riceveva si raccomandava di far transitare la maggior parte dei soldi su alcuni conti intestati all'ex fidanzata. In particolare come raccontano alcuni testimoni il Celeste consegnava mazzette di banconote da 500 euro in contante ai manager della banca Popolare di Sondrio dove aveva aperto un conto con la raccomandazione di effettuare bonifici senza il suo nome. Per i magistrati quei movimenti particolari e sospetti di grosse somme di denaro in contante servivano a dissimulare il coinvolgimento dello stesso Formigoni.

I bigliettini di ringraziamento di Formigoni – Secondo l'accusa quei soldi facevano parte di fatto dei benefit concessi a Formigoni tramite il faccendiere Daccò insieme ai viaggi esotici  e alle famose vacanze su yacht oltre ai finanziamenti per iniziative politiche ed elettorali. In cambio l'ex governatore avrebbe concesso delibere che facevano lievitare i rimborsi alla Fondazione Maugeri ma anche al San Raffaele. Dai documenti raccolti dagli inquirenti infatti sono emersi anche alcuni bigliettini con cui Formigoni ringraziava per il sostegno Umberto Maugeri nel 2010. Con quei biglietti, scritti di suo pugno dall'ex Governatore, per i Pm "si è appurato che Umberto Maugeri e Costantino Passerino, nell'ambito dell'accordo corruttivo in essere con Daccò/Simone ed il presidente Formigoni, in occasione delle elezioni politiche del 2010, su richiesta di Daccò, gli avrebbero versato la somma di 600 mila euro per la campagna elettorale".

Formigoni ovviamente si difende a spada tratta e accusa la magistratura di disegno politico. "Stanno cercando di condizionare la campagna elettorale per non far vincere il Popolo della libertà" ha detto Formigoni aggiungendo "per coprire lo scandalo del Monte dei Paschi che rischia di travolgere la sinistra, hanno incriminato Scaroni, arrestato Orsi, condannato Fitto e Pollari e depositano atti per Formigoni. Ancora una volta il partito pro sinistra dei giudici è sceso in campo".

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